Uno sballo totale

La prima volta che ho suonato dal vivo con i No More Fear avevo diciassette anni, erano i primi di dicembre di un gelido inverno ed eravamo in Germania, a Wolfsburg, in un club punk rock attaccato al museo della Volkswagen. Suonavo da pochi mesi con loro, quello era il mio primo concerto dal vivo e mi sentivo addosso una grande responsabilità, dato che il ero stato il “batterista prescelto” , dopo che il loro vecchio se ne era andato dalla band per divergenze musicali. L’ansia da prestazione era forte, volevo far bella figura, volevo renderli fieri di aver scelto me, mi avevano offerto una possibilità gigantesca, realizzando il mio sogno adolescenziale di suonare il giro per il mondo con il mio gruppo straight edge hardcore, dandomi fiducia anche se ero più giovane e non avevo nessun tipo di esperienza live alle spalle. Quello di Wolfsburg  era il mio “battesimo”, mi sentivo in dovere di dimostrare di che pasta ero fatto, non volevo sbagliare. Dopo tutte le ore in sala prove a imparare i pezzi, se fosse andata di merda, l’avrei presa come un fallimento. Stai calmo, mi sono detto, non agitarti e pensa soltanto a spaccare i culi.

Chiaro che al momento tutto è diventato più complicato e confuso. Ero completamente coperto dal panico, vedere il locale strapieno di gente mi chiudeva lo stomaco, faceva salire la tensione a livelli esponenziali. Nella mia testa il casino totale. Gli attacchi, i passaggi, gli inciampi, ogni cosa si era fusa in un unico grande boh. Mentre montavo la batteria, prima di suonare, mi tremavano le mani, vedevo i miei compagni di gruppo e avevo paura di rovinare tutto, non mi sentivo affatto sicuro di me.

E se vado controtempo? E se mentre suono non mi ricordo più come va avanti il pezzo? E se appena comincio mi parte il pedale o mi cade un piatto o mi si rompe la pelle della cassa? Farò una figura di merda… con la band e con i ragazzi che sono venuti a sentirci… farò una figuraccia con tutti, tornerò a casa e dovrò raccontare ai miei amici e ai compagni di scuola che il concerto in Germania è andato malissimo… mi cacceranno dal gruppo…

Questi erano i pensieri che mi frullavano nel cervello, fino a quando, una volta finito di montare, mi sono seduto sul seggiolino, ho tirato un bel respiro e mi sono trovato il pubblico davanti agli occhi, gasatissimo. Era il mio primo concerto, non volevo essere spaventato, volevo essere gasato anche io.

I fischi e i ciugga ciugga delle chitarre elettriche mi hanno dato la prima scossa, abbiamo cominciato a suonare e pestavo come un dannato per bruciare via tutta l’ansia, i singalongs e gli stage dives mi caricavano di brutto mentre ci davo dentro con il tupatupa veloce, sono bastati quaranta secondi per andare a tremila e sbattermene di tutto. E sicuramente avrò sbagliato i passaggi, sarò andato controtempo e avrò suonato sporco… ma chi se ne frega, hardcore non è suonare precisi, hardcore è divertirsi sul palco e buttare tutto fuori. E così è stata la mia prima volta: uno sballo totale.

(di Paolo Gamerro)