Editoriale

Cosa non faresti per assicurarti la benevolenza della dea bendata e per scacciare malocchi e sfortune varie? E se la vita fosse come una nottata passata al banco della roulette?

“Faites vos jeux!” Ma si sa, la fortuna è cieca e quindi ci penserei bene prima di fare quel all in, sia che si tratti di una puntata 50/50 sul rouge or noir, sia che la roulette sia russa e la posta in gioco definitivamente più alta. C’è chi decide di non giocare ma tutti prima o poi devono fare i conti con se stessi; “Les jeux sont faits!”, la pallina è tratta, sale l’adrenalina ed è quello il momento in cui non sai più a quale santo renderti devoto, ognuno estrae i propri feticci, una zampa di coniglio, un cornetto napoletano…

“Rien ne va plus!” e la tensione è al suo culmine, i secondi passano lentissimi, pochi attimi ti separano da una vita da nababbo o dalla completa rovina, sarai baciato dalla fortuna o riceverai un’entrata a gamba tesa da parte del malocchio?

La serata è durata abbastanza, tutto quel brivido del gioco e tutta quell’adrenalina mettono a dura prova il tuo sistema vascolare, e prima di rischiare brutti infarti o ictus forse è meglio fermarsi, scendere da quel comodo sgabello e prendere l’uscita del casinò.

Non si tratta di vigliaccheria, bensì di raziocinio. Perché affidare tutto a qualche rituale o a qualche oggetto inanimato quando possiamo contare su duecentomila anni di evoluzione, un cervello di un chilo e mezzo e varie capacità intellettive che nemmeno sto a descrivervi? Non si tratta di codardia, ma di buon senso, in ogni caso prima o poi sarete chiamati a giocare, e le palle, o le palline, per farlo dovete avercele; così come è richiesto qualcosa da puntare e rischiare per sperare in una vincita. C’è chi azzarderà di più, chi meno.

In questo numero di Lahar Magazine: cronache di gente comune che di sfighe ne ha avute troppe, racconti di portafortuna in sciopero scocciati e stressati dal troppo lavoro, marinai con l’acqua alla gola e altri superstiziosi che invece la nave non l’hanno abbandonata e ci credono nonostante tutto. Infine alcuni che non ci credono più, ma forse gli unici che in fondo hanno capito: anche alla roulette si può barare. Buona lettura.

di Eric Parolin