Contraddizione femminile

Sdoganare il mito creatosi negli ultimi vent’anni della donna-oggetto è impegnativo se non impossibile.

Per quanto si cerchi di valorizzare le spiccate capacità femminili, c’è sempre dall’altra parte del mondo una donna che le nega, mettendo in mostra ciò che la società chiede ovvero l’apparire.

Per quanto migliaia di donne chiedano inconsciamente l’emancipazione ogni dieci secondi in tv e nelle riviste di basso rango appaiono corpi nudi pronti a mettere in mostra i loro anni di relazione simbiotica col chirurgo plastico e con una charme assai lontano dalla Venere di Botticelli.

Di donne vere ne ho conosciute ben poche e molto spesso ne ho sentito solamente parlare tra i banchi di scuola.

Anni di lotta al femminismo rimpiazzati da sentimenti di invidia, dispetto e pettegolezzo messo in campo da donne che lottano in prima linea per essere migliori di tante altre.

Quante volte ho pensato in primis “se pensassi come un uomo che persona sarei”.

Sicuramente mettere in atto la logica maschile vuol dire non rischiare di prendersi per i capelli per motivi futili e andarsi a bere una birra al posto tenere rancore a tempo indeterminato.

Non voglio rendere innaturale ciò che è insito nella donna e perciò, essendo donna io stessa, so che ogni giorno posso cascare nella trappola dell’essere femminile, ma me ne lavo, non me ne preoccupo e vado avanti perché in fondo la natura ci ha create così e magari tirarsi per i capelli può essere una buona valvola di sfogo per i miei sintomi premestruali.