Crateri

L’unico aspetto che getta un abisso tra uomo e verme è che l’esistenza del primo è infinitamente più assurda. Legionari di Cristo, fanatici del sadomaso, acquirenti di SUV, cocainomani, guerriglieri, estetisti, giornalisti di Vogue, torturatori, professori, toy-boy, fustigatori di costumi, mangiatori compulsivi, vecchi pederasta, manganellatori e avvocati. Basta descrivere le scalene demenze che punteggiano ogni singola esistenza per definire il non-senso di questa grottesca e divertente tragica truffa nota come vita. Ad aggiungere gradi di assurdità alla vita arriva ora la crociata contro le moderne eresie: ci si appresta a sostituire la morte con un’ospedalizzazione senza fine, a bandire l’invecchiamento imponendo per legge l’eliminazione di tutti i compleanni dopo il trentesimo e a combattere la perdita di rigidità dell’uccello dei novantenni di trent’anni. Rimane da chiedersi se le scorte mondiali di Viagra basteranno nelle ere a venire, popolate da legioni di creature secolari che si batteranno per i domini sulle terre emerse e sui divani più vicini al televisore. La crociata dell’assurdo sta comunque dando frutti visibili: i nostri nonni ci parlavano di miniere di carbone, campi coltivati e feste, di Gobetti e di Gramsci, di lotta partigiana o di applausi a Mussolini, tacevano significativamente di guerra e di fratelli morti, di campi di prigionia e di canzoni nella polvere delle strade distrutte. Noi narreremo di un evo di Mediaset, dell’avvento di una servitù della gleba a tempo determinato, delle lotte partigiane tra ultras, dell’antidepressivo come efficace sostituto del pane e salame e di un novantenne come presidente della Repubblica. Inganneremo i piccini narrando dell’ennesima indispensabile puttanata tecnologica, di un’umanità farmacodipendente e sempre più insofferente nei confronti del prossimo. Quando le rughe nonostante tutto disegneranno crateri sui nostri visi non potremo non parlare dei folli sillogismi sui quali si è fondata la nostra teleciviltà: nei centri commerciali si trova il cibo; nei campi ci sono solo inutili malerbe; è dunque preferibile costruire sul campo un centro commerciale. Ogni epoca finisce e ogni epoca trabocca di merda e tesori: rimpiangere un passato mitizzato e i vent’anni è pura cazzata. Molto meglio ispirarsi al suonatore Jones, “che fu sorpreso dai suoi novant’anni, e con la vita avrebbe ancora giocato”. Che sia questo il segreto di Compay Segundo, morto ancora giovane, a novantasei anni?

di Stefano Boldrin