Donne che odiano gli uomini

“Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”, così recita la III legge della dinamica.  Possiamo applicare questa formula anche ai processi sociali, oltre che alla fisica, e notare un risvolto interessante e ben più oscuro di quella che è stata la guerra tra i sessi.

Se, infatti, da un lato il femminismo ha permesso un legittimo incremento di diritti civili e di parità dei sessi in una società prevalentemente patriarcale di stampo cristiano-cattolico, dall’altro ha dissolto un kosmos creatosi in millenni di civiltà e ha contribuito ad aumentare il livello di entropia nei rapporti umani e tra i sessi.
Non sto parlando della libertà sessuale, ma della svirilizazzazione del sesso maschile e, al contempo, della mascolinizzazione della società (ne ha parlato anche lo psichiatra Vittorino Andreoli). Un cambiamento epocale, quale la fine del predominio del sesso maschile su quello femminile, è avvenuto in poco più di un secolo e ciò ha inevitabilmente causato qualche squilibrio. I casi di violenza fisica e psicologica da parte di donne nei confronti degli uomini stanno aumentando esponenzialmente (5 milioni di vittime di violenza fisica, 6 milioni di violenza psicologica, oltre 3,8 milioni di violenza sessuale e 2,5 milioni di atti persecutori secondo uno studio del 2010 dell’Università di Arezzo) e quasi nessuno se ne interessa, visto che si suppone che il sesso forte (o quello che ne è rimasto) si riesca a difendere da solo. Non esistono enti né strutture per tutelare le vittime e, al tempo stesso, non è contemplata la difesa personale che sarebbe bollata, a ragione, come violenza di genere.

Ci si trova così in una situazione paradossale per cui gli stessi stereotipi, contro i quali le donne hanno combattuto per decenni, impediscono alle vittime di abusi non solo di denunciare, ma molto spesso di essere creduti. Una netta disparità, tanto chiara e palese, quanto ipocritamente taciuta: è giusto parlare di femminicidio, cavalcando l’onda di una bolla mediatica che ha dei tratti spesso surreali, ma è ridicolo parlare di violenza sugli uomini. E questa è una presa di potere, un’inversione di tendenza preoccupante e pericolosa perché subdola e mascherata di ideali che niente hanno a che vedere con le legittime aspirazioni del mondo femminista.

Dio è morto ma pare che ora sia la Madonna a comandare.