Editoriale “Orizzonti”

I limiti definiscono, in via del tutto arbitraria e relativa, ciò che sta dentro e ciò che sta fuori. La pelle separa l’Io dall’esterno, quindi dall’altro. I confini invece definiscono un italiano come un non-francese e viceversa; servono a proteggere ciò che sta dentro da ciò che sta fuori. L’uomo ha sempre amato costruire barriere e mura per proteggersi dal diverso, per fortuna ha sempre amato anche distruggere e abbattere quelle stesse barriere: se Berlino insegna, Gaza sogna.
La sensazione di appartenenza, accompagnata alla calda sensazione di protezione, favorisce l’adattamento dell’uomo, che finisce per accomodarsi e abituarsi ai propri limiti, predeterminati o addirittura autoimposti. Una volta che l’abitudine e la quotidianità prevalgono, quei confini iniziano a stare un po’ stretti: nasce la necessità di abbattere i propri orizzonti per scoprirne e determinarne di nuovi. È la curiosità che spinge il neonato a cercare di muoversi autonomamente, sempre la curiosità permetterà a quel bambino di imparare a camminare. La motivazione fondamentale dell’uomo è la scoperta e la ricerca del nuovo e del diverso. Ulisse è la rappresentazione idealizzata della voglia di ampliare i propri orizzonti, Icaro della scottata che si può prendere se non rimaniamo con i piedi per terra mentre Cristoforo Colombo è la rappresentazione che a volte la vita è proprio beffarda ed ingiusta, ma va bene anche così. Una società chiusa, individualizzata ed etnocentrica, è una società già “evoluta” ma che senza il confronto con l’altro e il diverso non può che morire, crollando ed implodendo su se stessa.
Lahar Magazine, galvanizzato dal raggiungimento della doppia cifra di pubblicazioni, aguzza il proprio sguardo oltre al limite dell’orizzonte: per fare ciò le voci di Lahar saliranno sulla montagna più alta, visualizzando località così esotiche da essere raggiungibili solo con il sogni. Partiranno per l’altro capo del mondo, lasciando a casa pregiudizi e stereotipi, pronti ad incontrare e a confrontarsi con il diverso, senza dimenticare che esistono anche orizzonti limitati o poco estesi, e con la certezza che è meglio vivere un solo giorno da Icaro che cento da Cristoforo Colombo.