Gli Occhi Degli Altri

Le pupille roteano, sotto la tesa larga del cappello di feltro, scrutano in mille rimbalzi ciò che le circonda, occhieggiando furtivamente dal lattiginoso bulbo appena sporgente. “Ma insomma! A volte dovrei proprio insegnare alla mia vista un po’ di disciplina, favorirle una buona dose di indifferenza, o quantomeno una maniera pudica di rivolgersi alle cose, invece di fissarvisi senza ritegno. Se solo fosse un tantino più amorfa e trascinata! Allora sì eviterei di tradirmi con queste peregrinazioni bioculari schizoidi! Per esempio, vorrei proprio sapere cosa le è preso adesso di concentrarsi sulla ragazza seduta di fronte (quel neo caffellatte sotto la riga della scriminatura centrale; lo smalto scrostato della montatura Persol, lì in alto a sinistra; quel tic, quel continuo puntellare con la lingua l’incisivo centrale sporgente)…un oggetto più lontano, meno sgammabile? No, certo. Non ho mai conosciuto nessuno di tanto capriccioso, quanto meno indifferente e pigro della mia vista: lei trova sempre ciò che merita la pena di essere percepito, analizzato, scavato, e allora io non posso che cedere. Certo non rimprovero a questi occhiacci di starsene rintanati nel loro palchetto, invece di godersi lo spettacolo del mondo! E di questi riflettori puntati su di loro, cosa ne pensano le persone? Mah, una volta mi ponevo anche il problema ma adesso…un vecchiaccio matto in più, uno in meno! E poi il mio fedora, appena calato sugli occhi, mi permette di guardare senza essere visto. Un gran bell’acquisto! Per un uomo come me, pronto ad inebriarsi di ogni piccolo dettaglio irredento che gli regala l’esercizio visivo, esiste un solo, unico interrogativo: cosa prova chi non usa la vista? La mia sarà anche la domanda di un caso patologico, ma non posso fare a meno di constatare la neghittosa vacuità di certi sguardi, indifferenti alle forme, ai colori,…alle infiltrazioni di surreale nella realtà. Indolenti scialacquatori! Tutta questa cecità fluttuante fa venire il mal di mare…e la svogliatezza con cui viene modificata l’angolatura da cui alcuni perseverano a bucare il vuoto, ma soprattutto lo sciabordio delle pupille, allentato nel senso di noia che prova chi sente di non avere nulla da cercare, da vedere…puah!”

Una boccata di pipa. Allora è sveglio! Con quel cappello abbassato sugli occhi, credevo stesse dormendo. Meglio così, ho potuto osservarlo senza essere scoperta (quell’alone giallo, che disegna una mezzaluna, sui baffoni grigiastri; la pelle più rossa contro il colletto troppo stretto;  la morsa dell’anello sull’indice sinistro). Chissà chi è, cosa fa, da dove viene,… cosa penserebbe se sapesse che lo sto guardando in questo modo?