Il mio nome è Abrax | 20lines

Nessuno si scorderà mai di quel pomeriggio al centro giovanile: il gruppetto dei ragazzi, tutti di età compresa tra tredici e sedici anni, era impegnato nella solita sfida all’ultimo sangue al gioco di ruolo più gettonato del momento, quand’ecco entrare Lui. Si presentò subito in maniera molto singolare: “Ciao giuovini, il mio nome è Alessandro, ma nella sfera dell’occulto mi chiamano Abrax”.
È necessario precisare che il gruppetto di ragazzi in questione era già di per sé molto particolare e aveva, guardacaso, una predisposizione naturale a concepire la realtà in maniera alquanto “originale”. Essi erano infatti letteralmente ossessionati da giochi e letture di genere fantasy e passavano tutto il loro tempo libero a barcamenarsi tra troll, demoni e vari piani di esistenza.
Dopo poche settimane Abrax era l’idolo di tutti e la campagna di Dungeon and Dragons condotta da lui era di gran lunga la migliore rispetto a tutte quelle mai giocate sinora. Come sarebbe lecito aspettarsi da parte del più subdolo emissario di Satana, Abrax aspettò di essersi conquistato la fiducia e l’ammirazione di tutti i ragazzini prima di sfoggiare il suo asso nella manica, e una volta giunto il momento giusto eccolo apparire: “Il Necronomicon”, meglio noto come: “La Bibbia dell’Immondo”. Nomi e passatempi dei vari demoni degli inferi comparivano in esso elencati per capitoli, includendo ovviamente modalità d’evocazione e sacrifici prediletti da ciascuno di essi e il gruppo di ingenui giovinastri cadde subito soggiogato al loro volere.
Tra un’evocazione di un demone d’acqua e una seduta spiritica tra amici, un bel giorno il più insospettabile dei giovani, il paffuto Paui, ricevette una visita davvero inaspettata: si trovava in bagno quando Bazuzu, il demone dai genitali putrescenti (l’igiene intima è un tema molto serio agli inferi), gli si palesò…

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(di Simone Antonello)