Il momento

Lisa è in camera sua, ascolta una specie di punk-rock-pop per tredicenni a tutto volume. É nel suo mondo, isolata dal resto della casa. Non si sente parte di essa. Esce sempre con gli amici, per non rimanere “in quella casa di merda” come dice lei. La madre siede in salotto con le sue amiche, sta sparlando di altre che aveva ospitato per il tè il giorno prima. Il marito lavora tutto il giorno per stare distante dalla donna che una volta amava, o aveva creduto di amare. Lui invece ama sua figlia, che però non riesce conoscere bene stando sempre al lavoro. Pensa spesso a quando aveva conosciuto sua moglie e a com’erano andate le cose:
Ultimo anno universitario, ultimo corso prima della laurea: lei era seduta in terza fila. Bellissima!
Non l’avevo mai vista prima, non potevo farmela scappare. Le chiesi l’accendino, per fortuna fumava e accendendosi la sigaretta me lo porse, in modo arrogante. Poi disse: “Tu non vuoi solo l’accendino. Che vuoi?”. Le sfide mi eccitavano, da tempo non mi sentivo così pieno di vita. La invitai la sera stessa al cinema, ma non ci andammo. Quella notte fu la più bella della mia vita! Passavano gli anni, stavamo insieme ormai da un pezzo. Noi stavamo bene, per quel poco che ci si vedeva nel weekend. Avevamo mille impegni lavorativi, stavamo cavalcando l’onda della carriera e gli affari andavano bene. Ma quando arrivò Il Momento, gli amici iniziarono a pensare alla famiglia, uno alla volta fecero il grande passo. Perché si sposavano? Cosa li spingeva a farlo? E perché io non ne sentivo il bisogno? Non stavano bene lo stesso?
Lo chiesi a tutti gli amici che mi annunciavano il lieto evento. Ricevetti risposte diverse, alcune convinte, alcune piene di serenità e di amore, altre meno, ma tutte avevano un punto in comune, la frase finale del loro ragionamento: “…e poi abbiamo passato i trent’anni!! È arrivato Il Momento, cosa vuoi fare? Rimanere da solo? Quanto vuoi far aspettare Giovanna? Ormai è arrivato Il Momento anche per voi!”

Infine si sposarono anche loro, ma in realtà sarebbe stato meglio non farlo. Lui lo sapeva, ma non voleva essere diverso dagli altri.
Quella sera, si siedono a tavola e come di consueto Giovanna critica Lisa per il vestire, per la musica. Ad un tratto la ragazzina grida: “Smettila di criticami! Non ti sei vista tu? Stai con le tue amiche a sparlare di altre, con il papà non parli mai, anzi, non hai visto che non ne può più di te? Ma perché vi siete sposati?”

(di Cristina Pesavento)