In quel momento

In quel momento
Anna María non era lì per caso. C’era già stata lì, molte altre volte e sempre per ottime ragioni. Come altri suoi compagni di studi in medicina avvertiva l’urgenza di esserci, in quel posto ed in quel momento, per protestare contro l’oppressione. A darle forza, una folla giovane ma determinata di almeno ottomila persone, proveniente da tutte le principali Università del paese.
In quello stesso luogo, in quello stesso momento e non certo per caso c’era Luis Ángel, “Amiltzingo” per gli amici. Luis non c’era stato molte altre volte, a dire la verità. A 18 anni aveva da poco scoperto l’urgenza di esserci, in quel posto ed in quel momento, per protestare contro l’oppressione. A dargli forza un’ottantina di studenti giovani ma determinati della sua stessa scuola rurale.
Quando iniziarono a sparare, Anna María capì subito ciò che stava succedendo. Si era già trovata lì, in quella stessa situazione, in quel caldo autunno del ‘68. A differenza delle altre volte, però, Anna María faticava ad individuare da dove provenisse l’attacco. I proiettili sembravano cadere dal cielo, come un’infuocata pioggia di piombo, e colpivano anche i militari che sorvegliavano sul raduno e da cui si sarebbe aspettata un attacco. Poi Anna capì. Gli spari ora erano quelli ben conosciuti ad altezza uomo, e fu uno di questi a trapassarle il petto.
Dall’alto dell’edificio Chihuahua, in Plaza de las Tres Culturas a Città del Messico, un membro del Batallón Olimpia tolse il dito dal grilletto per sistemarsi con un gesto distratto il guanto bianco.
Luis Ángel si stava recando assieme ai suoi compagni ad Iguala. Volevano raccogliere i fondi per partecipare alla marcia di commemorazione del massacro di Plaza de las Tres Culturas, avvenuto 46 anni prima ed in cui persero la vita almeno 300 persone, per lo più studenti. Quando il pullman in cui viaggiava venne bloccato, Luis Ángel pensò di capire cosa stesse succedendo: le perquisizioni della polizia non erano certo cosa rara nello stato di Guerrero. Nel momento in cui avvertì gli spari, però, capì di essersi sbagliato. Tre suoi compagni caddero a terra, morti, mentre altri urlavano e scappavano da ogni parte. A nulla servì nascondersi sotto l’autobus, perché i poliziotti catturarono Luis Ángel e lo caricarono sulla camionetta assieme ad altri 42 ragazzi.
Pochi chilometri più in là, sulla statale verso Ayotzinapa, un membro del gruppo narcos Guerreros Unidos si accese un’altra sigaretta mentre aspettava pazientemente di prendere in consegna gli studenti.