L’Amor Carnale

 

Spesso lo sguardo ha fame, vuol saziare l’appetito, ma l’amor carnale non consuma tutti i sì.

Per troppo tempo le parole della canzone che spesso e volentieri ascoltavo sono rimaste per me vuote, prive di senso. Suvvia, se è d’amore che si tratta, come può il sesso non appagare? Come può questo non soddisfare completamente se tutto ciò che hai in mente è esplorare il suo corpo, assaporare la sua pelle nuda, così calda contro la tua, assaggiare le labbra, le sue! Condivisione. Contatto. Amore.

Sorrido con amarezza ripensando agli sguardi dietro un caffè e agli amplificatori usati come tavolino, al panino mangiato con fretta e impazienza perché avevamo fame d’altro. Importava poco il dove e il come, esistevamo solo noi due, il mondo attorno non era niente di più di una cornice. Le nostre mani intrecciate, i respiri scoordinati, imperfetti.

Ora ho capito il significato del testo della canzone. La voglia sa essere impetuosa e irrefrenabile, come la fame da nervoso che sembra aprirti una voragine nello stomaco. In entrambi i casi, tuttavia, manca qualcosa. Richiudi il frigorifero pensando che forse non avevi per davvero fame. Ai brividi di piacere si sovrappone il bisogno d’affetto, di cui non hai percepito traccia. Per cui il sesso, privato della sua componente più intima, più mistica ed emozionale, ti sembra freddo e sterile.

Quando due persone si lasciano non cessano necessariamente di amarsi. Alla mancanza affettiva si affianca quella fisica e carnale. La voglia di amarlo ancora una volta tra le proprie braccia è forte, ma non è possibile. Si rimane così, lontani migliaia di chilometri, distanti e scostanti a cercare di saziarsi da soli, come meglio si può. Rimanendo a bocca asciutta.