Le mie sante donne

Voglio celebrare mia madre e mia moglie. E sapete perché? Perché sono delle sante donne.

E attenzione che esser sante non è facile: come minimo devi saper partorire Cristo oppure tenere sempre a mente quanto zozzona fosse Maria Maddalena prima di pentirsi e diventare una timorata di Dio (quindi si, c’è speranza di redenzione per ogni singola donna).

Celebro la loro santità perché mia madre e mia moglie sono sempre rimaste in seno alle loro famiglie diventandone pilastro portante, maestre dell’ordine e del rispetto. Perché è anche giusto così: bisogna assicurarsi dei sani valori che senz’altro passano attraverso delle sane donne. Non come quelle che pensano che ci sono altre vite oltre che ad essere madri e mogli: non dico che per natura sono destinate a diventarlo, ma piuttosto di rimanere zitelle o finire per essere considerate troie, che se lo facciano pure procurare il marito.

E non sto parlando per luoghi comuni o secondo vecchi principi: la venerazione che ho per mia madre e mia moglie è unica nel suo genere ed è dovuta al fatto che mai mi sono vergognato di loro, quando invece a causa delle donne c’è sempre di cui vergognarsi. Metti che sei una prostituta, oppure dimeni il bel culo facendo la velina, magari sei in politica e chissà come ci sei arrivata lì. Non dico che certi elementi non dovrebbero proprio esistere (in fin dei conti un po’ di distrazione bisogna godersela qualche volta se sei uomo), ma l’importante è che non lo siano mia madre e mia moglie.

Avevo anche una figlia. Le dicevo sempre «Sant’Agostino era un brav’uomo e diceva che la madre, in quanto sposata, otterrà in cielo un posto inferiore a quello della figlia in quanto vergine» e mi auspicavo seguisse una strada pura perché non era sopportabile per me l’idea d’avere una figlia che fosse stata toccata da chissà quale uomo, dato che gli uomini sono sporchi e violenti per natura, non puoi farci nulla.

Volevo solo il meglio per lei, come farebbe qualsiasi padre e anche mia moglie le diceva sempre «Porta rispetto a tuo papà che ti considera una santa femmina». Oggi mia figlia mi vede come un pazzo autoritario, un patriarca e peggio ancora maschilista. Ma come si può essere maschilisti se si amano così pazzamente le proprie donne?