Music Pill | Sangue

La musica ha il potere di rendere indelebili le tracce di un sangue che, altrimenti, verrebbe lavato. Come la più dura delle incrostazioni, essa resiste tenacemente a quei solventi che sono le sentenze ingiuste, le versioni ufficiali, le spiegazioni buoniste e la memoria corta. Ed è allora che il poeta, lo studente, l’innocente, il colpevole, il ribelle ed il ragazzo troveranno una, seppur effimera, forma di rivendicazione. In quella manciata di minuti, le loro storie rivivranno e sopravviveranno ai loro aguzzini.

01 Il sangue del poeta
Il Teatro degli Orrori – A Sangue Freddo
(A Sangue Freddo, 2009)

Non è il tetto che perde
Non sono nemmeno le zanzare che ronzano
Nella umida, misera cella.
Non è il rumore metallico della chiave
Mentre il secondino ti chiude dentro.
Non sono le meschine razioni
Insufficienti per uomo o bestia
Neanche il nulla del giorno
Che sprofonda nel vuoto della notte
Non è
Non è
Non è.
Sono le bugie che ti hanno martellato
Le orecchie per un’intera generazione
È il poliziotto che corre all’impazzata in un raptus omicida
Mentre esegue a sangue freddo ordini sanguinari
In cambio di un misero pasto al giorno.
Il magistrato che scrive sul suo libro
La punizione, lei lo sa, è ingiusta
La decrepitezza morale
L’inettitudine mentale
Che concede alla dittatura una falsa legittimazione
La vigliaccheria travestita da obbedienza
In agguato nelle nostre anime denigrate
È la paura di calzoni inumiditi
Non osiamo eliminare la nostra urina
È questo
È questo
È questo
Amico mio, è questo che trasforma il nostro mondo libero
In una cupa prigione.
(Ken Saro-Wiwa)

02 Il sangue dello studente
Pearl Jam – Jeremy
(Ten, 1991)

RICHARDSON – A Richardson High School sophomore, described as a loner who had been in
counseling, fatally shot himself Tuesday in front of a classroom of about 30 students. Jeremy Wade
Delle, 16, who had transferred from a Dallas school, died instantly after firing a 357-caliber
Magnum into his mouth about 9:45 a.m. police said. Because he had missed class, the teacher in
his second-period English class told Jeremy to get an admittance slip from the school office.
Instead, he returned with the gun, police said. He walked directly to the front of the classroom.
Miss, I got what I really went for,” he said, then placed the barrel in his mouth and fired, according
to Sgt. Ray Pennington, a police spokesman.
(Dallas Morning News, 9 Gennaio 1991)

03 Il sangue del colpevole
The Adverts – Gary Gilmore’s Eyes
(Crossing The Red Sea With the Adverts, 1977)

«Let’s do it.»
Gary Gilmore, 17 gennaio 1977

04 Il sangue dell’innocente
Bruce Springsteen – American Skin (41 shots)
(Live in New York City, 2001)

Amadou quella sera stava tornando al suo appartamento, nel Bronx. Quando i quattro poliziotti gli
intimarono di fermarsi per un riconoscimento, egli fece per estrarre il suo portafogli dove teneva il
permesso di soggiorno. Gli vennero sparati 41 colpi di pistola, di cui 19 a segno [N.d.R.].
Dal blog di Alessandro Portelli (storico):
“[…] American Skin: un’altra canzone che parla di adesso; ti possono ammazzare per il solo fatto
di essere vivo […] dentro la tua pelle americana; e ti possono ammazzare se dentro la tua pelle
italiana sei un burkinabé con una scatola di biscotti, un ragazzo africano in un parco a Parma -o
magari, con un’altra pelle italiana, se ti chiami Aldrovandi o, visto che stiamo allo stadio, Sandri.
Ma quando è stata scritta questa canzone? […]”

05 Il sangue del ribelle
Peter Gabriel – Biko
(Peter Gabriel, 1980)

Biko the Greatness
Wickedness tried to kill greatness
In a corner of South Africa
[…]
Knowing that nobody dies until they’re forgotten
We chant Biko today
Biko tomorrow
Biko forever.
Wickedness tried to kill greatness
Now wickedness is dead
And greatness lives
In Islington
As he lives in Cape Town
(Benjamin Zephaniah)

06 Il sangue del ragazzo
Francesco Guccini – Piazza Alimonda
(Ritratti, 2004)

“[…] Mentre camminiamo, sentiamo dietro di noi le camionette della polizia e un battaglione di
poliziotti che battono i bastoni sullo scudo. Ci giriamo, improvvisamente li vediamo correre, dove
cazzo corrono, ci vogliono massacrare? corrono verso un gruppo in fondo, davanti a noi, sparano
altri lacrimogeni, tra poco ci verranno addosso, un elicottero si abbassa in modo da spingere, con il
moto delle pale, i fumogeni lontani dai poliziotti e contro di noi. E’ micidiale il rumore sempre più
forte del rotore delle pale, dietro le spalle sento venirmi addosso un vento acre e caldo, fumo, carte,
bottiglie di plastica vuote, oggetti che si sollevano. Mi metto a correre. A destra potrei scendere al
mare, ma c’è lo sbarco degli incursori con i gommoni, fanno prima sbarcare l’ufficiale medico della
croce rossa, poi col megafono intimano lo sgombero dei bagni sul lungomare. Non c’è niente da
fare, sento il passo picchiato con forza sull’asfalto dei poliziotti dietro di me, sento colpi secchi, una
coppia isolata che stava correndo viene aggredita a manganellate e a calci, anch’io sono isolato,
terrorizzato, mi fermo, alzo le mani, ‘sono disarmato’ urlo, un poliziotto mi passa di fianco urlando
anche lui qualcosa, batte violentemente il manganello su un palo di ferro, poi, forse vedendo i miei
capelli bianchi, passa via”. (un testimone)

07 Il sangue sporco
Frankie Hi-Nrg – Voci di piazza
(Ero un Autarchico, 2003)

MILANO (Reuters) – Sono stati tutti assolti oggi, con formula dubitativa, i cinque imputati al
processo per la strage di piazza della Loggia a Brescia, uno dei più sanguinosi episodi di terrorismo
di estrema destra degli anni 70. Lo riferisce l’avvocato di parte civile Piergiorgio Vittorini, che
rappresenta il Comune di Brescia.
“Sono stati tutti assolti in base all’articolo 530 comma 2 (del Codice di procedura penale), quella
che è la formula dubitativa, ha detto Vittorini al telefono poco dopo la pronuncia della sentenza da
parte della Corte d’Assise. (14 aprile 2012)

08 Il sangue del popolo
Lucio Dalla – Le Parole Incrociate
(Anidride Solforosa, 1975)

«Sei le colonne in fila
il gioco è terminato
nel bel prato d’Italia c’è odore di bruciato
un filo rosso lega tutte, tutte queste vicende
Attenzione:
dentro ci siamo tutti è il potere che offende»
(Roberto Roversi)

(a cura di Marco Dalla Stella)