Olof non era un buon cristiano

«L’adolescenza fa schifo»; «…Mi hanno accusata, calunniata, violentata! Non in senso fisico, è chiaro.
Anche in questo sono stata più prudente delle altre: il giorno che Elisabeth, Karin e io ci recammo nei pressi di *** sapevo bene a cosa stavamo andando incontro, era tutto chiaro. Oddio, Karin… Karin era così ingenua…
Il volto mi si rigò di lacrime appena capì cosa stava per accadere. Cinque paletti conficcati nel terreno, cinque candele, un nastro che disegnava la stella del demonio…»
«Il pentacolo viene prettamente utilizzato per invocare o consacrare. Le punte sono in rappresentazione dello spirito e delle forze elementali. Quei libri io ed Elisabeth li conoscevamo a memoria e lei, con me, conveniva sul fatto che l’unico amore possibile prevede la comunione mistica con l’intero creato. »
«Olof iniziò a toccare Karin, che era totalmente fuori di testa ­probabilmente assunsero entrambi grandi quantità di droghe già prima di raggiungere il boschetto. Pare che nel pomeriggio abbiano fatto… Non so come dirlo… Sì, abbiano avuto rapporti sessuali o qualcosa di simile, che si siano cimentati in un gioco erotico o… Non lo so…»
«Marit ci ha procurato la droga. Con molte probabilità si era già fatta lungo la strada. Neanche il tempo di sistemare tutto che gIà scopava con Karin come una matta. Tutti e quattro ci lanciavamo sguardi lascivi e, tutti, in poco tempo abbiamo fatto di Karin carne da macello»
«La prese poi con forza e iniziò a penetrarla. La povera Elisabeth, alla vista degli occhi indemoniati di quel mostro, svenne… Lui, noncurante, continuava a penetrare Karin… Più la penetrava e più la stringeva… Cercai di aiutarla…»
«Ho visto Marit fare cose indicibili col cadavere della piccola Karin. Ogni movimento e ogni gesto era una continua prova della sua insana perversione per i genitali, per le mutilazioni.»
«Fra le lacrime riuscivo a malapena a distinguere il volto di Karin, che si deformava e si contraeva in smorfie mai viste prima.»
«Mi pento solo di non aver avuto una videocamera con me, di non aver filmato il rituale. Tutte quelle facce che esplodevano di piacere alla liberazione di pulsioni trattenute durante il corso della vita… Io la notte del *** ho salvato quelle donne, Karin compresa. Le ho guidate affinché tutte le cesure potessero essere ricongiunte, come all’inizio dei tempi. In tutta quella omogeneità non riuscivo a scorgere gli spezzati,
i divisi, gli imperfetti poiché eravamo tutti parte di
un’unica entità».

(di Giovanni Alberto Arena)