Ragno

Mi hai fatto paura quando ti ho visto. Ho avuto paura delle tue lunghe braccia nere su di me, come zampe di un ragno, braccia che mi prendevano. Ed io sarei voluta scappare, ma più mi toccavi, più mi abbandonavo al piacere del dolore. Mi sentivo annegare nella sabbia, risucchiata da un caldo che non era solo l’aria del deserto, ma era la tua pelle ardente sulla mia carne sudata. Poi mi hai baciata ed hai iniettato il tuo veleno, schifoso ragno. La mia morte è iniziata così, ansimando perché mi mordessi ancora. E non te lo sei fatto ripetere due volte. Hai tessuto la tua tela attorno a me, ed io non potevo più scappare. Una volta era una tenda, altre volte un’auto, ma più spesso era l’arena bollente a mezzogiorno. Non c’era luogo o momento in cui ripudiassi il tuo amore. Non c’era attimo in cui preferissi l’acqua al tuo veleno.

(di Gloria Massera)