Rusen

La prima volta che ho conosciuto Rusen, le ho chiesto “di dove sei?” “sono curda” mi ha risposto. Solo dopo qualche tempo mi ha raccontato da che parte del Kurdistan viene e come mai si trova a Londra.
Rusen ha ventisei anni ed è arrivata a Londra sei anni fa, quando è scappata dal Kurdistan turco.
Per chi non lo sapesse, quelli che bolliamo come i nostri vicini che mangiano kebab sono una nazione in continua espansione e sono diventati una repubblica nel 1923, quando gli italiani erano entrati da poco nell’era dell’olio di ricino. Il problema sta nella fondazione di uno stato totalmente improntato su un’identità unica, che non lascia spazio alle minoranze come gli Armeni (sterminati nel 1916, ancora prima della repubblica) e, per l’appunto, i Kurdi, condannandoli spesso a una vita di privazioni o ad andarsene dalla loro terra.
Geograficamente parlando, il Kurdistan è un’antica regione dell’impero Ottomano che comprende l’est della Turchia, il nord-est della Siria, il nord dell’Iraq e l’ovest dell’Iran che negli ultimi secoli ha affrontato molte battaglie e genocidi da parte di più governi.
Questo è il racconto di chi è stato partecipe di una di queste lotte.

Quando hai lasciato la Turchia?

Nell’ottobre del 2006, ho fatto richiesta di rimanere nel Regno Unito a causa della situazione politica turca in quel momento, ottenendo la residenza nel 2007. Secondo le istituzioni turche ero una “manifestante” e “terrorista” a causa del mio impegno politico per un partito Kurdo legale in Turchia. Ho dovuto subito lasciare il paese per non essere perseguita penalmente.

Tu e la tua comunità vi tenete continuamente in contatto con le vostre famiglie e amici lì? Che cosa fate per fare pressioni al governo turco perché s’interessi dei Kurdi anziché perseguirli?

Sono sempre rimasta in contatto con parenti e amici da quando sono arrivata nel Regno Unito e seguo sempre con attenzione gli eventi della Turchia e del Kurdistan.
Da quando sono a Londra, mi sono avvicinata alla comunità Kurda e ho partecipato ad alcune sue attività contro il governo turco. Tutto quello che possiamo fare per I Kurdi come comunità è impegnarci in organizzazioni internazionali e non far calare l’attenzione dei politici inglesi nei confronti della problematica della lotta Kurda e dei massacri in Turchia. Inoltre, dimostriamo contro eventi politici, ingiustizie e oppressione contro i Kurdi in Turchia.

Pensi ci sia una possibilità che la comunità Kurda in Turchia trovi finalmente pace attraverso un impegno dello stesso Stato turco? Se no, chi sono gli enti internazionali che possono fare in modo che questo accada?

Penso che se i paesi volessero veramente che ci fosse pace tra i Turchi e i Kurdi, ci potrebbe essere. Comunque, vengono prima gli interessi economici e le relazioni tra nazioni che la pace. Gli Stati Uniti, soprattutto, hanno un ruolo decisivo nella problematica Kurda ma a causa delle relazioni con la Turchia, non toccano l’argomento. Anche la NATO e altre organizzazioni internazionali potrebbero aiutare la causa.

Secondo la tua esperienza, che cosa significa essere un “nomade”? Senti di appartenere ancora alla tua terra o ti senti ora parte di Londra?

Ci sono molte ragioni per andarsene dal tuo paese e possono esser politiche, economiche, scolastiche, eccetera, ma comunque essere lontani e sapere che non si può tornare è la parte più dura dell’essere nomade. In più, le connotazioni del nomade sono cambiate grazie alla globalizzazione e all’evoluzione delle tecnologie. Non posso ne dirmi parte di Londra né totalmente appartenente al mio paese, l’unica cosa che posso affermare è che mi sono oramai abituata a Londra e mi ha cambiata, ma d’altro canto sono ancora molto legata alla mia terra e alla mia cultura.

Ti sposterai ancora? Tornerai indietro o andrai da qualche altra parte?

Sono a Londra da cinque anni e questo mi ha inesplicabilmente cambiata. Il mio stile di vita è cambiato, le mie abitudini… Se mi guardo indietro, so che non troverò più la persona che ero prima e nemmeno le cose che c’erano prima. Ho sentito dire che altri miei amici se ne sono andati dopo di me e sono certa siano cambiati anche loro.
Se dovessi andarmene da qui, dovrei prima passare del tempo nel posto che potrebbe diventare la mia nuova casa, per poi decidere se effettivamente ne vale la pena. In ogni caso continuerò a lottare per la gente Kurda, ovunque io viva.

(di Francesca Barco)