Supercotta

La guardi e pensi sia inarrivabile, senti dentro quella sensazione puerile di ammirazione per tutto ciò che è troppo grande. Pensi sia troppo, ma dopo tutto, lei è troppo.

Così ogni giorno per un periodo mediamente lungo, se per caso non lo è, lo stress te lo farà sembrare infinito, rosoli sopra una serie di emozioni ardenti alimentate dalla follia che soffia irregolare senza un filo conduttore. Lo guardi ammirato e stupito: “chi può darti di più senza chiedere nulla in cambio?”

Loro compiono gesta mitiche, eroismi, anzi supereroismi, senza tempo, che ricorderai con gli amici molti anni dopo rispolverando le prime cotte. Ma non è amore: il sublime non si ama ma si contempla, è sublime in quanto oltre ogni livello di perfezione e lo paventa solo per il nostro sguardo, si nutre di occhi trasognanti.

Inizi ad avere i primi segni dell’adolescenza e quei fumetti non fanno più per te ma il concetto di supereroe lo porti da sempre nel cuore, un’icona, un idolo per il quale non perderai mai la fede. Cambierà la forma ma la passione resterà forte: è arrivato il tempo in cui volerà ancora in alto ma senza mantello, profumerà di rimmel e di giovinezza.

Perché lei è qualcosa che non sta nei fumetti, la vediamo in 3D senza occhialini bicolore, è vera e sta davanti a noi senza che, dopo anni passati a studiare i supereroi, troviamo un po’ del loro coraggio per sorridere e dirle ciao. Perché arriva il giorno in cui crediamo di maturare, di vedere negli occhi della più bella, capaci di stregarci, l’unica luce da seguire.

Ma in fondo noi in quel momento non stiamo crescendo, anzi giochiamo ad essere grandi ammirando le gesta di un nuovo supereroe.

di Riccardo Alessandro Didonè