Un compagno di viaggio inaspettato

All’inizio di un viaggio in auto succede che si entri in autostrada salendo un cavalcavia in cemento armato, precompresso, prefabbricato; lo stesso cemento portland delle barriere new jersey, grigie, accostate, tutte uguali e che senza soluzione di continuità ti accompagnano nel viaggio, fino a quando esci dall’autostrada scendendo un cavalcavia in cemento armato, precompresso, prefabbricato, simile a quello percorso alla partenza, identico a quello caricato sul trasporto eccezionale che hai superato a metà viaggio.
È il cemento pesante, invisibile, uniforme. Cemento che diventa sacro, bianco, puro negli interni della chiesa di Santa Maria Assunta di Alvar Aalto a Riola di Vergato (1980) o nella facciata della chiesa Dives in Misericordia di Richard Meier a Roma (2000).
Cemento sacro, che riprende il suo autentico colore grigio nella cappella di Notre Dame Du Haut di Le Corbusier a Ronchamp (1955), nella chiesa dell’Autostrada del Sole di Michelucci a
Firenze (1964) o nella chiesa Mater Misericordiae di Morassutti e Mangiarotti a Baranzate (1958).
È cemento colato, l’oro dell’edilizia degli anni ’60 ’70 ’80, trasformato proprio in quegli anni in cemento popolare, capace di contenere migliaia di persone in una striscia lunga un chilometro, come nel quartiere Zen di Vittorio Gregotti a Palermo (1969), nel Corviale di Mario Fiorentino a Roma (1972) o nelle Vele di Franz di Salvo a Scampia (1975). Lo stesso cemento grigio parte strutturale delle torri di raffreddamento delle prime centrali nucleari sovietiche (1954), inglesi (1956), americane (1957), o dei più importanti grattacieli progettati dall’uomo: l’Empire State Building (1931) e le Twin Towers (1973-2001) di New York, le Petronas Towers di Kuala Lumpur (1998), il Burj Khalifa di Dubai (2010).
Cemento guardiano di rifiuti tossici gestiti dall’uomo con banale sufficienza e con inganno; cemento protezione del genere umano quando si trasforma in un sarcofago, unica soluzione agli incidenti nucleari catastrofici di Chernobyl (25 Aprile 1986) e Fukushima (11 Marzo 2011).
Cemento degradato per il verde che copre e che soffoca. Cemento degradato dal peso che sopporta, dai segreti che nasconde, dalle vite che ha visto spegnersi.
Cemento eterno, finché dura!

(di Alessio Cuccu)