Преступление и наказание

Ok. Ipotizziamo che questo giorno non sia mai esistito. Ipotizziamo che oggi il sole non sia mai sorto. Apro la portiera dell’auto, ed esco sotto l’acqua, piccole sfere liquide che mi solleticano la fronte, e comincio a correre. E’ solo così, che mi sveglio del tutto. Quasi come volessi sfuggire agli attimi appena trascorsi. Quasi come volessi oltrepassare a ritroso il rimorso che emerge sconnesso dal nero orizzonte. Mi ingloba. Mi sviscera. Ed io difendo il mio osso, animalmente, mi travesto di falsi concetti che, impermeabili, respingono ferrei la consapevolezza dei minuti appena trascorsi, ed io sopravvivo alla sclerosi mentale solo grazie all’impulso nervoso, che sento flebile ed in procinto di sradicarsi dal resto del corpo. Sento il rimpianto che ringhia, fuori dalla mia campana di vetro. Lo sento starmi addosso come un cane minaccioso, ed io sorrido, noncurante, finchè il sorriso non si tramuta in graffio isterico, e gli occhi non cominciano a vibrare, sinistri. Se in quel momento mi fossi chiuso in bagno con il mio ultimo cocktail e avessi cominciato ad urlare, se in quel momento avessi preso a parlare con lo sconosciuto n. 47254721 di tendenze architettoniche rinascimentali, se in quell’esatto momento mi fossi accorto di aver in corpo un’estrema voglia di accendermi una sigaretta e mi fossi avviato, armato di accendino, verso il basso davanzale del locale in questione, in solitario, ebbene, non avrei avuto a che vedere con l’indicibile improbabilità dei fatti che susseguirono poco dopo. Autodistruzione in forma concreta. Azioni contrarie che imperano, martellanti, e circolari. Si, desidererei molto aprire gli occhi di nuovo, domani, ed andare a segnare con la matita lo stesso giorno di ieri, su quel calendario inchiodato al muro. O forse incendiare direttamente tutti i giorni trascorsi, ed avvenire. Nel frattempo resto in piedi, sotto la pioggia, sbuffo, creando una consistente nube di fumo che si dirada lentamente nel buio di dicembre, ed osservo la mano morta e penzolante dello sconosciuto n. 2764218194 che non sono riuscito a rinchiudere in maniera appropriata nel mio bagagliaio.

Intanto, sorrido.

(Liberamente ispirato agli stati psicotici di Rodion Romanovic Raskol’nikov, celebre protagonista di ‘Delitto e Castigo’)

(di Nathalie Antonello)