Al principio fu il verbo

Al principio fu il verbo. Prima del verbo il proverbio. E l’uomo che se ne intendeva parlava poco per questo motivo; e infatti acconsentiva a tutto. Lo sapeva che più si chiacchera e meno si ama. Ma l’amore è cieco e non si misura in metri ma in litri, l’amore per una donna che aveva un diavolo per cappello e più capricci che ricci perse la testa. E allora si chiedeva se c’era la salute. C’era? Allora c’era tutto, pure la testa. Beveva per dimenticare, ma era ambasciator e quindi non portava pena. E mentre errava, sbagliò strada e trovò un cavaliere tossicodipendente. “A buon cavalier non manca lancia, a buon caval non manca sella, ma amor non regge il suo regno con la spada” gli disse perendo il cavalier che di spada aveva ferito. Giunto al bar gridò “non voglio menta” e gli fu servito buon sangue. Tanto l’amore quanto la minestra di fagioli vogliono uno sfogo e lui venerava, tabaccava e baccava e in genere si riduceva in cenere. Un prete della provincia di Treviso aveva ereditato la classica spocchia locale: “tutto il mondo è Paese”, soleva gridare. Quel giorno dal gran bere l’uomo volle salvare. “Tale padre, tale figlio, tale spirito santo! Un piccolo buco fa affondare un gran bastimento, ma se vuoi che t’ami, fa’ che ti brami”. “Ohè prete! A ciascuno l’arte sua, e le pecore ai lupi”. Purtroppo però l’erba voglio non cresceva nel giardino del re, ma se non altro era più verde. Così l’uomo si accorse che la donna è come l’ombra, che se la segui ti fugge ma se la fuggi ti segue. “Ogn’uomo si innamora, mal governo mezzo gaudio” pensò in grande. Con l’oro si trova la donna, il mattino ha l’oro in bocca e di buona lena si svegliò prima che il gallo cantasse tre volte. Chi mena per primo mena due volte e tutti i denti ruppe al mattino. A rubar poco si va in galera a rubar molto si fa carriera, così la donna fece l’uomo marito e nessuno tra di loro mise più il dito. Tutto è bene quello che finisce.

(di Nicola Andretta)