Appunti di storia contemporanea

Apro il quaderno con gli appunti di storia contemporanea, una pagina a caso, una data a caso. Lunedì 7 ottobre 1985, ore 14, Göteborg, Svezia.
Viene intercettato un SOS partito da una motonave turistica italiana, la Achille Lauro. Poco dopo la partenza per una crociera nel Mediterraneo, alcuni terroristi palestinesi del FLP dirottano la nave, chiedendo la liberazione dalle carceri israeliane di alcuni loro commilitoni, amici, collaboratori.
A bordo 344 uomini dell’equipaggio, tra cui 215 italiani e 78 portoghesi, e 201 passeggeri, 51 svizzeri, 29 austriaci, 28 italiani, 16 americani, 11 tedeschi. Persone, prima che numeri.
Ore frenetiche, la nave sembrava scomparsa dai radar. Ogni tanto riappariva vicino a qualche costa (Siria, Egitto, Cipro) per poi tornare nel nulla.
Sulla scena entrano ed escono personaggi importanti: Craxi, Andreotti, Arafat, Peres, Reagan. Tra bracci di ferro e trattative fallite, la nave viene fatta attraccare in Egitto, a Port Said. I terroristi vengono forniti di salvacondotto e trasferiti in Italia. Sono le ore 15 del 9 ottobre.
Ancora non si sa, però, del destino di tale Leon Klinghoffer, 69 anni, costretto dal cuore malandato sulla sedia a rotelle.
La sua unica colpa: essere sia ebreo che americano. Due colpi di pistola, alla testa ed al petto. Il corpo viene gettato in mare con tutta la carrozzina, attraverso un intacco nella transenna a poppa della nave.
La notizia giunge al colonnello Ollie North, uomo di fiducia del governo americano.
Facile immaginare la sua furia mentre contatta i suoi superiori.
L’ordine arriva direttamente dal presidente Reagan: “Ok, let’s do it”. Fallo.
Alcuni caccia americani dirottano il Boeing egiziano con i terroristi a bordo, ottenendo di farlo atterrare alla base di Sigonella.
Ore 23.57. 50 militari italiani circondano immediatamente l’aereo, mentre dai C141 americani scendono 50 teste di cuoio guidate dal generale Carl Steiner, con l’ordine di impadronirsi dei terroristi.
In un clima di chiara intimidazione, Reagan telefona a Craxi, chiedendo di portare in territorio americano i responsabili del dirottamento. Craxi resiste: la giurisdizione del loro crimine è italiana, nessun passo indietro.
Ore 4. Gli americani si ritirano da Sigonella ed il Boeing può decollare alla volta di Ciampino.
Chiudo il quaderno e lo rimetto tra gli altri. Questa storia è finita, altre ne verranno.

(di Mattia Fortunati)