Il Corano è diventato social?

Forse non troveremo il Corano affettato e distribuito in blog e social network, ma a quanto pare i suoi precetti, come la legge islamica, si stanno diffondendo attraverso i canali social con una frequenza mai vista in precedenza.
Dalle organizzazioni terroristiche ai gruppi di discussione sociale possiamo notare oggi che le persone diffondono sempre più le loro opinioni e gi ideali attraverso questi mezzi perché sono gratuiti, semplici da utilizzare e soprattutto perché riescono a raggiungere un numero molto elevato di persone (in pratica la popolazione mondiale), senza dover ricorrere al tanto osannato, temuto e avido potere. Il potere del denaro, della politica, del terrore, della guerra, ecc. Un potere che richiama all’ordine i suoi adepti e limita l’azione al suo livello: quando raggiunge il massimo può permettersi di ipnotizzare il mondo.
Sono proprio i social media, quelli che la maggior parte di noi utilizzano per scambiare foto con gli amici o discutere del sabato sera, ad aver cambiato il mondo della notizia. E i fatti attuali lo confermano: anche il Medio Oriente sfrutta questi mezzi per diffondere la religione musulmana o difenderla dagli attacchi discriminatori di coloro che fanno di tutta l’erba un fascio, di chi generalizza puntando il dito sull’intera popolazione musulmana identificandola sotto la categoria “terroristi”.
Purtroppo i mezzi social sono utilizzati anche dal terrorismo, quello reale, che recluta nuove armi umane in nome di un Islam personalizzato, utilizzato a servizio dell’odio e diffuso con precetti propri, talvolta inventati per far assimilare alle persone nuove idee, per instaurare forme di pensiero rivolte contro un occidente da sempre nemico.
E noi definiti occidentali che facciamo, restiamo a guardare? No: diffondiamo anche noi.
Mettiamo in rete la nostra visione del mondo, dilaniato dalle decapitazioni, ma anche arricchito da Premi Nobel come la piccola Malala Yousafzai, da giovani eroi che ancora manifestano per la pace, oppure da grandi parole e piccole imprese.
Il fatto è che tutti i fatti sono raccontati, discussi e condivisi in pochi attimi. E tutti ne approfittano per usufruire del diritto di espressione o per aumentare il proprio potere.
Anche il Corano è diventato social, non meno della Bibbia e del Parlamento, ai cui membri basta un cinguettio per sollevare uno stormo.
Dove ci porteranno i social media? Faremo mai una pace social, mondiale e con noi stessi?

(di Martina Guglielmi)