Corpo nudo di donna disteso alla mia mercé, le portate di sola carne su quel tavolo fatto di liscia pelle chiara e rotondità invitanti. L’ho sempre sognato, da molto tempo io credo: nei miei sogni, nella mia vuota cupidigia e inespressa passione. Mi si presentò l’occasione, la fame mi tentò, il piacere della carne. Non seppi resistere, non seppi trattenere la voglia, la bestia in me. Mi presentai in giacca e cravatta, lo stesso abito che portai al primo appuntamento con la mia ragazza, ed era la stessa sensazione io credo: quell’emozione, quella frenesia e quella voglia  di appagare i miei volgari desideri. Il corpo nudo vibrava sotto la lama del mio coltello, tagliavo la bistecca e il sangue le riempiva l’ombelico. La pelle d’oca mentre i rebbi della mia forchetta premevano sui suoi seni. Bere quel vino e baciarla, versarne ancora tra quelle labbra e morderle. La stanza che ad ogni portata e ogni suo risolino si faceva più calda. Tolsi la giacca, poi le scarpe e la camicia. Mentre il vino scorreva su quel corpo nudo di donna mi ritrovai pacificamente frenetico, nell’appagamento della carne mi sentivo eccitato e non del tutto sazio. Ricordo che divenni nudo di fronte a lei, mi spogliai delle posate e dei bicchieri. Come l’animale che sono iniziai a cibarmi con le mani, le sue e le mie. Ne succhiai le estremità, le pizzicavo i lombi e i conici capezzoli, che piacere quella carne, ne provava anche lei, ne sono certo. Il suo corpo d’innanzi al mio, e quel ben di dio tra noi. Come giocavo e come rideva, che piacere quella notte! Poi il vino ribaltato appositamente sulla sua pelle, la mia lingua a raccoglierlo, le mie labbra atte a suggerlo. Non del tutto sazio ebbi ancora carne. La strappai a mani nude, sentii le fibre strapparsi, il mento unto di sangue caldo. La succulenta sensazione d’esser nudi e unti, l’ebbrezza data dal vino e l’eccitazione nelle sue risa. Venne il momento poi: un semplice perdersi nell’impresa dei nostri corpi, l’oblio dell’atto finale e l’apoteosi delle mie voglie. Mai ho provato tanto appagamento.