Editoriale

Nelle confessioni di Sant’Agostino troviamo una frase molto potente: “La mia infanzia ha forse seguito un’altra mia età, morta prima di essa?”. Un frase che presume la sensazione di aver trascorso una vita precedente e successivamente essere rinato con una diversa identità, con una modifica di forma che esula completamente dalla vita precedente. Internamente però rimane la sensazione latente di aver vissuto qualcosa, di esserci già passato. Semplicemente si cercano le conferme che non troveremo mai, il legame causa effetto che possa spiegare il fatto di sentire che prima c’è stato qualcosa e come individuo l’abbiamo realmente vissuto.

Questa visione è condizionata dal determinismo, dal legame causa effetto con cui si tende a spiegare i fatti che quotidianamente accadono attorno a noi. Dalla più banale delle azioni alla più complessa delle decisioni, essendo l’essere umano dotato di un’intelligenza intelligibile da ogni altro individuo della stessa specie, puntiamo a comprenderne la ratio che tutto determina. Perché altrimenti lo sconforto di non poter capire finirebbe per abbattere ogni più vana speranza che le nostre azioni portino a risultati sperati, pianificati e disperatamente cercati con ogni mezzo. Ma quando ci troviamo davanti a situazioni che non siamo in grado di spiegare? Ecco che il caso, la risposta alla non comprensione, viene a materializzarsi nel pensiero. Tutto avviene per caso, tutto viene con un fine. Che conflitto interiore per un essere umano. Spesso la linearità con cui avvengono fatti casuali o con cui vogliamo giustificarli sembra fornire una logica inattaccabile. Non è altro che la tempesta perfetta, la concomitanza di fattori casuali e determinati dalle nostre decisioni che assieme formano la perfezione, il 13 al Totocalcio.

Ecco che non possiamo credere che l’homo sia autonomamente fautore delle proprie fortune ma nemmeno delle sue botte di culo. Perché la nostra generazione, quella dei bamboccioni, dei choosy, lo sa sulla propria pelle che all’attuale stato delle cose è importante rimboccarsi le maniche e costruire tutte le consequenzialità causa effetto per raggiungere un obiettivo. Ma è solo quando un aspettato acquazzone estivo incontra il sole che si forma l’arcobaleno.