Editoriale

Nel gennaio del 2011 un gruppo di amici cominciò a radunarsi in una caverna umida, con il loro linguaggio primitivo si resero conto che potevano esprimere dei concetti e discuterne liberamente. Provarono inoltre ad accendere un fuoco con dei vecchi giornali e a cucinare le prime prede cacciate con bastoni appuntiti e sassi appositamente scheggiati. La caverna era troppo stretta ormai, capirono l’importanza di non rimanere una comunità chiusa e fecero loro la prerogativa di essere aperti ad ogni collaborazione e ad ogni situazione che potesse fare crescere la loro fame di sapere e di condivisione. Poi dalla caverna si spostarono in una grande casa rialzata: cominciarono ad acquistare pizze da asporto e birra, il loro linguaggio si fece sempre più complesso, i loro ragionamenti sempre più azzardati e pretenziosi, con la sola speranza di incrociare altri homo pizza asportibus con cui allacciare relazioni e stimolare la crescita.
Lahar Magazine nasce come un vulcano che esplode e spera di incendiare tutto ciò che lo circonda con un fuoco stimolante, un motore generazionale per chiunque abbia qualcosa da dire che non merita il silenzio omertoso a cui il contesto sociale predominante ci relega. Acuminate le matite, smussate le gomme, preparate i pigmenti e sfregate le meningi per far scoppiare la scintilla dalla quale divamperà il fuoco che ci renderà liberi. Abbiamo cominciato tutto perché ci sentivamo in dovere di esplicitare i nostri sogni, pronti a crescere ed evolvere perché porosi verso tutto ciò che ci circonda. Vogliamo essere ancora saldi nelle nostre radici di curiosi sognatori, di primitivi desiderosi di pizza, birra e lunghe serate per discutere fino a crescere assieme.
Un gruppo di amici formato da 300 scrittori e 100 illustratori che in 19 uscite hanno reso il magazine la rivista indipendente di narrativa più diffusa in Italia grazie a 70.000 copie stampate e distribuite in 200 esercizi commerciali. Con la stessa libertà della prima volta ci sentiamo di poter evolvere e ripartire da basi sicure per cercare di coinvolgere più persone possibile, tutte unite dalla stessa voglia di confronto e scontro, perché il sole migliore sorge dopo le più grandi tempeste.
Dedicato a chi ha fatto la storia di Lahar e a chi di voi la farà.

(di Riccardo Alessandro Didonè)