Enigma di un pastore errante d’Abruzzo
Cielo bianco,
amico ritrovato,
spalla conosciuta,
abbraccio imperituro.
Ad annerire le tue nubi
son tornato
oggi, con le greggi
nel tratturo.
Sto scrivendo
ormai ci sei arrivato.
Come nell’enigma di Verona,
di cui ricordi l’italiano duro.
Negro semen
seminato
in brevi note
lascio qui, su questo muro.
E tu leggendo
me povero antenato,
riprenderai
ridendo il tuo tratturo.