Fuochi d’artificio

Dubai. Boom. No, non è il fragore di una bomba. È invece la reazione dell’italiano medio. Dubai è la nuova frontiera, il nuovo mondo.
“Hai presente l’America? Bene, scordatela! Ed inizia a pensare al deserto…”.
Tempo fa aspettavo ciondolando l’apertura del gate, per una pausa dal cielo grigio di Milano. Scambio due chiacchiere assonnate con un passeggero milanese: “…lavoro all’estero da diversi anni, ma sto seriamente pensando di andare a Dubai”. Mi risveglio dal sonno delle mie palpebre, mi giro e lo guardo.
Deve aver percepito dal mio sguardo che la cosa non mi esaltava più di tanto.
“Ma come? Non ti piace Dubai?” No, calma non sto dicendo che ho pregiudizi vincolanti che non mi fanno muovere dalla poltrona di casa.
Pensando a Dubai mi viene in mente il luccichio sfarzoso di quei palazzi troppo nuovi, troppo belli, troppo concettuali. Sembra un mondo costruito sul niente, un film di fantascienza di Serie B. Non uno di quelli che ti fanno divertire, ma uno di quelli proprio brutti, quelli che una volta finita la visione cerchi disperatamente la tazza del cesso o un cartone animato rassicurante. Uno sceicco che avrà avuto ventisette anni, risponde sprezzante ad alcune domande. “Devi capire che questo è il nostro momento, voi l’avete avuto ormai anni fa in Europa. Ora tocca a noi. Se ho i soldi, li voglio spendere”. Quindi se ti passo a prendere per una birra con la mia Lupo gialla faccio brutta figura? Dall’alto di un terrazzo è possibile sbirciare con degli armamenti turistici come fosse la città trent’anni prima: capanna, capra, capanna, nulla, nulla, nulla, capanna, due capre, nulla.
Sia ben chiaro: per quanto mi riguarda, il nulla non possiede un’accezione negativa. Dubai: è il nostro momento. L’unica immagine di questa città che riesco davvero a comporre nella mente è quella del mondo impegnato alla solita gara a chi piscia più lontano. Adesso però stiamo esagerando.
Tornando al passeggero milanese: vuoi andare a lavorare a Dubai? Vai, ti dico. Prendi l’aereo e guarda dal finestrino la palma artificiale, perché è l’unica cosa che assaporerai. Artificio, fuochi d’artificio, lago artificiale, pista da sci artificiale, sorriso artificiale, cocktail artificiale. Se ti muovi di qualche chilometro, lo scenario è molto più eccitante: il nulla, appunto. Probabilmente se mai arrivassi a Dubai la prima cosa che farei sarebbe quella di cercare di andare immediatamente al villaggio più vicino. Fuochi d’artificio. Boom.

(di Martina Di Soccio)