Geografia Inedita

Avevo un cuore foderato di spine, pungente ed acerbo.
Mai scalfito dalle intemperie ormonali dell’adolescenza, preservato dalla turbolente lussuria degli imberbi coetanei che tentavano l’assalto al mio alveo.
Poi più tardi come un’ape regina iniziai a scegliere a chi far sughere il mio miele, ma in mezzo a tutto quel ronzio non c’era nessuno che avesse il mio interesse.
Il giorno in cui ti incontrai la mia mente esplose.
La tua bocca mi divoró e la tua lingua esploró la geografia del mio corpo, partendo dall’insenatura del mio collo fino alla segreta baia tra le mie cosce.
La mia bocca invece sentí mutare forma al tuo strumento di piacere, mentre ciò che sormonta i miei promontori, si inturgidiva ogni volta ce la brezza delle tue mani li sfiorava.
Il mio corpo ha scoperto una nuova modalità di reazione con te e non chiede altro che giacere tra le tue braccia.