Grida

Fu in una serata piena di colore che conobbi il gelo del cemento. Il mio andare era spensierato come può esserlo solo quello di un ragazzo italiano in Italia. Eh sì, perché circondato da egoistici problemi come “cosa farò venerdì sera, dove porterò a mangiare la mia ragazza…” non mi preparavo ad affrontare la fredda realtà in cui mi stavo per immergere, senza muta o protezione alcuna. In quel mercoledì pomeriggio arrivai e non riuscii neanche a capire cosa stava succedendo: vidi solo la sua ombra che cercava di sparire, di non lasciare traccia nemmeno sulle mura grigie. Le grida che rimbombavano per il condominio non erano rintracciabili, sembravano quei frammenti che solo un sogno ti può lasciare. Tuttavia mi bastò un solo fotogramma per capire chi dovevo fermare, ed appellandomi a tutte le forze che avevo lo raggiunsi. Lo placcai nel parcheggio cementato; dopo aver tentato di divincolarsi lui si prostrò ai miei piedi in posizione fetale, imitando quella che la madre assumeva mentre il marito la riempiva di percosse. Io rimasi li, più fragile di lui, e non seppi fare altro che commuovermi davanti alla riprova che, troppo spesso, il passato pietrifica il futuro. Fu lì che percepii il freddo di un tardo pomeriggio d’inverno, del cemento che ingoiava una creatura innocente, rendendola solo una sua estensione. Quel momento ha cambiato il mio approccio nello svolgere il mio compito, che da anni è quello di far passare bei pomeriggi a bambini di una casa famiglia, piccoli manti d’erba incolta cui la vita ha asfaltato l’anima. Vengono dalle peggiori situazioni, tra chi ha la madre che è un’alcolizzata, chi sente dai suoi compagni di scuola cosa significhi avere un padre e chi per scappare dalla povertà afghana si è preso un treno da solo a undici anni, per poi venire ritrovato in stazione dalla polizia.

Troppo spesso le persone approcciano questo tipo di realtà con evidente sottovalutazione dei problemi sociali caratterizzanti la nostra società. Troppo spesso ci comportiamo come quegli asfaltatori di strade di Mexico City, che hanno preferito costruire le vie di comunicazione su tre diversi livelli, a seconda di quanto una persona può pagare.

(di Roberto Zagarese)