Il mio barattolo

Vivo all’interno di un barattolo di latta. Non credo nell’altro, tutto mi è offuscato, tutto appare semplicemente essenziale al mio occhio. Non posso respirare, non voglio respirare, l’aria lì fuori è davvero difficile da mangiare ed io voglio restare nel mio barattolo. Guardo il barattolo, è sempre più lucente ed ordinato. Alla mia destra ho adagiato una copia di un quadro di Monet, alla mia sinistra un pianoforte; sopra di me un foro; sotto di me una credenza. Tutto, qui nel barattolo, è perfetto. Non manca nulla, posso invitare chi voglio nel mio barattolo.

A volte do delle grandi feste, qualcuno suona il piano, qualcuno sorseggia dell’ottimo vino e altri si adagiano al suolo e fanno l’amore.

A me piace osservare il mio barattolo, emana calore. Rifiuto l’inganno, il mio barattolo odia l’inganno. Se c’è una cosa che questo coso mi ha insegnato è di essere sempre veri.

Al barattolo non si può mentire, impossibile mentirgli quando lui sa quando menti. Io vorrei tanto imparare a capire quando le persone mentono, sono davvero brave a farlo e io amo scoprirle. La sensazione che provo nello scoprire una persona quando mente è inenarrabile, un po’ come quando un bambino che sta giocando a nascondino trova l’amico che s’era nascosto. Io davvero gioco a nascondino, e mi diverto pure qui nel barattolo.

A volte viene Marla ed assieme giochiamo a nasconderci; sovente ci metto ore a trovarla, ma quando la trovo è favoloso perché capisco che la sua furbizia non ha limiti. Scusate, vi starete chiedendo chi è Marla. È mia sorella. Da quando vivo nel barattolo si è trasferita con il suo ragazzo in un sobborgo di questa strana città e passa con me tutti i mercoledì della settimana. Non c’è un mercoledì che lei non venga, è il nostro incontro, il nostro momento, dove possiamo davvero essere noi stesse, non ci sono segreti e tutto sembra appartenere al mondo della magia più assoluta. Ho bisogno delle sue visite perché la vita nel barattolo si fa sempre più amara e ci sono giorni in cui la sola attesa di Marla mi rende davvero felice. Devo dire che le amicizie non mancano: quasi ogni giorno ricevo una visita, una lettera, le persone a me care mi chiedono come tutto stia andando qui nel barattolo, ed io non so mai cosa rispondere visto che sinceramente come procede la vita nel barattolo non lo so. Giorno uno del barattolo, lo ricordo ancora come se fosse ieri. Marla ed io venimmo ad inaugurarlo, sarebbe stata la mia dimora per sempre e volevo che tutto fosse perfetto. Aprii la porta e tutto era come volevo. Tutto in perfetta sintonia con ciò che avevo sempre voluto. Sembrava il barattolo più bello del mondo. Il profumo al pino mugo, la polvere sopra al piano e il quadro che non era mai allineato al modo giusto. Tutti mi chiedono perché ho voluto venire a vivere qui. Semplice da dire quando c’entra la necessità immonda di semplicità. Io voglio semplicità, voglio che tutto ciò che mi attornia sia semplice e allo stesso tempo vero. Il barattolo sa svelarmi tutto, il barattolo sa confortarmi, il barattolo sa abbracciarmi nella nostalgia, il barattolo sa comandare ogni mia pulsione, il barattolo ha imparato a coccolare il mio sonno e a svegliarmi la mattina quando purtroppo devo abbandonarlo per andare a lavoro ma tanto so che quando tornerò, lui sarà li ad aspettarmi e a racchiudermi dentro la sua familiarità. Ho detto bene: familiarità. Il barattolo è la mia famiglia, sì, ho Marla, ma il barattolo riesce a donarmi affetto materno, riesce a donarmi protezione paterna. È difficile da spiegare, ma è come se io fossi nata per vivere in questo barattolo. Non fuggirò mai da qui, io qui sono al sicuro e chiunque provi a farmi andare via non ci riuscirà.

Questo è il mio barattolo e anche il mio piccolo segreto. L’ho voluto condividere perché voglio che capiate che scegliersi un posto non è difficile, l’importante è che esso sia essenziale e vi permetta di essere nudi con voi stessi e con gli altri, un posto in cui nessuno, e dico nessuno, possa limitarvi. Il mio posto è il mio barattolo perché è la cosa più vera che abbia mai incontrato. Chiudo la porta, allineo il quadro, buonanotte barattolo mio, a domani.

di Francesca Iorio Garcia