Il nastro

Fascino della solitudine, sogno di pace, notte. Un profumo ci avvolge – trascendere. E poi trasalire – ricordi d’infanzia. Sensazioni nebulose che qualcosa di eterno si perpetui nella panetteria Salviati. Nelle narici incrostate di farina ci raggiunge il puzzo penetrante dei peli della braccia di Marcello, bruciati a fiamma per non finire nell’impasto. Questa primitiva misura igienica è ancora in uso, qui a Castelmoro di Gabatella, paesino d’un migliaio di anime arroccato sull’appennino marco-abruzzese. Si impastano focacce con cui domani, dopo Messa, si festeggerà la pace. Una sanguinosa faida termina dopo 45 anni con un curioso compromesso: saranno eletti in piazza nei due litigiosi cantoni due sindaci, di cui uno sarà fittizio, ma a nessuno sarà dato sapere quale.

– Grazie Lollo Bastiani, copertina di “Canasta la voglia di pasta”. Bentornati, oggi parleremo di pane; ospite il Professor Angiolini Franceschetto, storico di cultura d’alimentazione comparata all’Università di Stoccarda. Buongiorno Professore, benvenuto.

– Buongiorno a tutti.

– Professore la sua rice- […] estra riscaldata della massima “siamo ciò che mangiamo”?

Certo che no e chiaro che sì. L’obiettivo non è ricondurre tutto ad una sola variabile, d’altro canto osserviamo che i panificati si sviluppano indipendentemente, la ricerca, lungi- […] -lologica, resi chiari dal paragone col pane tedesco. La farina integrale arriva nei forni prima di andare a male. Ne risulta un pane nero ricco di fibra, minore lievitazione, duro, si taglia a fette sottili. In pratica due sole forme: ovale o filone in cassetta. La diversità sta nelle farine. I nomi ci parlano di contenuto, gli ingredienti sono il pane stesso: pane di zucca, segale, patata, ecc.

In Italia invece si diffonde la farina bianca, che senza il germe ha tempi di conservazione più lunghi. Il pane è bianco, si può spezzare colle mani, la tovaglia è necessaria per giocare colle briciole. Il pane ha cento formati e accortezze per inventare nuove consistenze, illusioni di varietà con un solo tipo di farina. La forma è la sostanza: i nomi tartaruga, zoccoletto, rosetta ci parlano attraverso suggestioni fantasiose. Ci possiamo convincere che il made in Italy esista. Uno slancio immaginativo, nato nel tentativo a volte disperato di ritagliarsi una libertà almeno formale, dove manchi lo spazio sostanziale. L’iniziativa creativa di artisti che scavano una nicchia d’interpretazione nel rigido schema della pittura sacra. Poi Goldoni e Arlecchino, Pinocchio e Calvino, e altri pesci rossi che fremono boccheggianti in poca acqua. È quella lotta che è vita, che è arte. Un tiro alla fune con da una parte il cappio alla libertà, dall’altra la coscienza popolare prima e l’individualismo poi; resistono e fingono di non piangere, bellissimi [fine nastro].

Sbobinatura di trasmissione radio. Formato: audiocassetta. Data: marcata a penna, giugno1981. I frammenti incomprensibili o disturbati sono contrassegnati da […].

di Giovanni Di Lauro