Jordan

24 secondi per una azione. 1 minuto per un timeout. 10 minuti per un quarto. Nel basket il tempo è un elemento fondamentale. Il cronometro può diventare il tuo migliore amico o il tuo peggior nemico e fare la differenza tra la vittoria e la sconfitta. Saper controllare il tempo a proprio vantaggio è necessario per vincere. Si deve essere in grado di decidere quando è il momento di accelerare o rallentare il gioco, perché ogni secondo pesa.

Il tempo, però, non è solo questo: nel basket riesce a scorrere su piani diversi. Si può quasi affermare che ci siano tempi distinti tra loro, a seconda della prospettiva da cui si guarda: tempo effettivo e tempo di gioco. Per avere una dimostrazione basta tornare indietro nel tempo di qualche anno. 14 giugno 1998, Gara 6 delle Finals NBA, Salt Lake City. 41.9 secondi alla fine della partita. Utah è in vantaggio 86 a 83, sembra fatta. Ma si gioca contro i Bulls di sua maestà, Micheal Jordan. Rimessa Chicago, palla al numero 23. In pochi secondi si mangia il campo fino al canestro avversario per segnare i 2 punti del -1. Nessuno è in grado di fermarlo. 86 a 85, palla Utah. 37.1 secondi da giocare. Utah in attacco si affida ai suoi uomini migliori, Stockton e Malone. Il play e il pivot. Pick&roll, passaggio in post a Malone, arriva Jordan da dietro: palla rubata! 18.9 sul cronometro, possesso Bulls.
Così come nell’azione precedente Jordan si è mangiato il campo in pochi attimi, ora il 23 supera la metà campo quasi camminando. Il cronometro scorre inesorabile. “Michael against Russell, 12 seconds… 11… 10… Jordan, Jordan, a drive, hangs… fires… SCORES! HE SCORES!” +1 Bulls, 87 a 86, 5.2 secondi rimasti. Troppo pochi per provare a rimontare, il tiro di Stockton si spegne sul ferro. Vittoria Bulls.

Jordan dimostra come si può controllare il tempo a proprio vantaggio, a seconda della situazione, quando servono 2 punti veloci accelera inarrestabile; quando serve rallentare è in grado di segnare il canestro della vittoria senza lasciare tempo agli avversari per rimontare.

Tutto questo è anche un’ottima dimostrazione di come il tempo scorra in maniera diversa a seconda dei punti di vista: sul tabellone erano presenti solo 41.9 secondi da giocare ma tutto quello che viene raccontato nelle righe precedenti dura oltre 5 minuti (oltre 300 secondi), tra pause, rimesse, timeout e pubblicità. Tempi distinti: la partita è durata 40 minuti effettivi secondo il cronometro di gara, in realtà sono oltre due ore di gioco.