La fine del pollo

Ogni anno, negli allevamenti intensivi dei soli Stati Uniti d’America vengono “allevati” (eufemismo per ‘prodotti’), quindi uccisi e impacchettati 180 milioni di polli. Jonathan Safran Foer, nel suo libro “Se niente importa” associa all’idea di allevamento intensivo l’idea di una nuova guerra intrapresa dall’uomo contro tutti gli animali che mangia, un olocausto animale.
Evidente è l’ironia della sorte, rintracciabile nei recenti report dell’OMS, nei quali si evidenzia il reale rischio nei prossimi anni di una pandemia influenzale (un ceppo trasmissibile all’uomo da un’altra specie animale: suini, galline e anatre in prima linea). Una delle più note, l’influenza spagnola, in due anni ha ucciso 50 milioni di persone.
Siamo proprio sicuri che non saremo noi a fare la fine del pollo?

(Illustrazione di Fabrizio Agostini, occhiello a cura di Eric Parolin)