Little bird

Chi è l’uccellino in gabbia?

“I got a little bird
I’m gonna take her home”

Canticchia la ragazzina dentro la finestra del video dentro il monitor del mio PC, e fuori c’è il sole ed è lunedì, sono le otto e trenta gli uccelli cinguettano e io ce l’ho duro come il marmo.

“If you give me a look
I’m gonna get the book
I’m gonna preach the word”

Geme lei con i capezzoli turgidi incollati sul parquet.
Non c’è niente da fare. Sono fottuto.
Ditemi che vi piace il fetish o che vi eccitate solo se mangiate merda.
Le fruste e le maschere di pelle vanno bene a Carnevale quando vi vestite da Zorro o Catwoman.
Se vi eccitate con gli stupri poi figuriamoci. Roba da complessati.
Pedofilia. Ecco la parola magica. La puoi ripetete all’infinito, non perde mai significato.
Pedofilia, pedofilia, pedofilia, pedofilia. Provateci.
Quando inventano qualcosa di meglio fatemi un fischio, dico sul serio.

“I wanna preach to birds
as i walk the floor
yeah, this i know”

Dice biasciando un orgasmo.
Mi fissa da dentro al mio PC dentro al video dentro la sua camera blu fiordaliso con il poster di Miley Cirus e Charles Manson e io non mi sento più tanto predatore sessuale.

“When i get you home
this is how it goes”

Mi urla quasi in faccia e mi rendo conto che non sono un adulto, sono solo vecchio, uno debole stronzo malato di mente che vorrebbe tornare indietro nel tempo per scoparsi sua la ex madre adolescente che gli infilava le dita nel culo e lo tagliuzzava in mezzo ad un fottuto pentagramma fatto di merda e sangue.

“I got nothing to lose
I’ll never let you go”

E lei è nuda e io sono nudo, mi fissa come se fossi un verme e sento che qualcosa non funziona, dentro la mia camera con l’inferriata dentro al video dentro al suo PC dentro la sua camera dove fuori c’è il sole ed è lunedì mattina e io me ne sto qui col cazzo in mano e sono drogato di lei.
E non posso farne a meno.
Ora dimmi, chi è l’uccellino in gabbia?

(di Marco Brion)