Una lode inconsapevole

In quell’uggioso martedì del 29 settembre presa da un abbiocco post pranzo mi stesi nel divano e inizia a fare zapping alla tv, fino a che, non mi imbattei nei Simpson. Ora vi domanderete che cosa possono c’entrare i Simpson con l’invidia, semplice in quella puntata Homer diede a Bart una chiara definizione di invidia, sentimento che provava nei confronti del suo amico Apu, correggendo così il figlio che l’aveva confusa con la gelosia. Infatti a differenza di quest’ultima che è la paura di perdere qualcosa che già si possiede, l’invidia è quel sentimento frustrante che si prova per qualcosa che non si possiede ma che altri hanno come la fortuna, un bel vestito, una bella macchina ecc…
L’invidia è anche considerato dalla Chiesa Cattolica uno dei sette vizi capitali ed è anche uno dei più distruttivi questo perché non da piacere o benessere una volta praticato e nemmeno non si ottiene niente in cambio, ciò che ottieni è un malessere interiore che non porta a nulla.
Due sono le vie che l’invidia può portare: o la vedi come un trampolino di lancio per migliorare te stesso o eliminare la persona per cui si prova tal sentimento. L’esempio più banale che mi viene in mente è quello che porta la Disney in Biancaneve e i sette nani: la matrigna, torturata da questa invidia nei confronti di Biancaneve poiché è la più bella del reame, decide di eliminarla ma alla fine non ci riuscì e, al contrario, fu punita lei a sua volta per questo orrendo gesto. Ecco come l’invidia possa essere un’arma a doppio taglio: uno destinato alla persona invidiata e uno destinato a te poiché, poi, ti si ritorce contro alla fine.
Oscar Wilde diceva: “L’invidia è quel sentimento che nasce nell’istante in cui ci si assume la consapevolezza di essere dei falliti”. É proprio così l’invidia nasce quando ci si rende conto di non essere abbastanza rispetto ad un altro. Dunque, nel momento in cui proviamo invidia domandiamoci cosa manca in noi, così da imparare a lodare noi stessi alla fine anziché qualcun altro.
Federica