Mare all’orizzonte

L’orizzonte è il mare.
Non un oceano, ma la semplice distesa d’acqua dell’esistenza.
Ci affanniamo a nuotarci contro, contro correnti nostri stessi desideri e nostra stessa volontà.
Beviamo litri e litri di salato tanto da farci venir sete, l’assurdità più grande immersi fino al collo nel liquido.
La soluzione a bracciate confuse è quella di immergersi e di perdersi. Senza limiti, senza apnea.
In verità siamo pesci, alcuni immergendosi diventano squali, altri delfini, chi si muove con arroganza e chi con grazia, altri diventano sagge e mastodontiche balene, altri ancora perdono la rotta nascondendosi nell’oscurità dei fondali, in forme arcane e paurose.
La paura è nera, la verità è trasparente. Ci si immerge per sfidarsi, le persone devo trasformarsi in qualcosa, sfidare, cercare, raggiungere le profondità. Chi cerca di rimanere solo a galla alla fine affoga.
L’orizzonte non è allo zenit del sole, è nel salir delle onde da cui farsi trasportare e immergere nell’anima della vita, perché il mare è l’anima del mondo. Ogni oceano è un insieme di piccoli differenti mari, anfratti.
Le correnti fredde o calde la frustrazione e la passione, le emozioni vanno seguite.
E le terre emerse? Le terre emerse sono luoghi in cui vivere dopo aver affrontato i mari. Gli uomini di mare sono testimoni dell’esperienza necessaria, uscendo a riva le scaglie bruciate dal sole si sciolgono, la muta diventa rosea, l’acqua è la vita. Partiamo!

(di Matteo Molon)