Mio fratello è africano

Le radici sono importanti. Sono ciò che ci tengono uniti al nostro passato, a quello che Eravamo ancora prima di Essere. Ubuntu.
Un popolo senza radici si perde, si dissolve nel lento scorrere del tempo poiché dimentica la propria storia e semplicemente si fa amalgamare a quella di un’altra nazione.
Ho avuto la fortuna e l’onore di trascorrere un periodo di 3 settimane in Madagascar, come volontario in un ospedale situato al sud del Paese, nel villaggio di Ampasimanjeva.
Il tempo è impalpabile, non esiste lo stress e l’impetuosità delle cose che caratterizza noi occidentali. I malgasci non lottano per imporsi sulla scena mondiale, non interessa loro di accumulare ricchezze per competere sui mercati internazionali. Essi sopravvivono, come da sempre sono abituati a fare.
Secoli di colonialismo francese non sono bastati per spezzare la loro capacità di adattarsi alle circostanze;  numerosi tentativi di demolizione della cultura e lingua malgascia non sono stati sufficienti per far perdere loro la propria identità. È un popolo che ricorda bene chi è e, anche a costo di rimanere un Paese sottosviluppato, non è pronto a rinunciare ai fumba che da sempre legano una nazione di 17 etnie grande più di due volte l’Italia.
Il Madagascar può essere giudicato come uno stato arretrato, povero, composto da individui che per molti aspetti può essere vagliato  da noi occidentali vasa come ingenuo. Molti lo fanno.
Però ancora adesso mi vengono i brividi nel ricordare i sorrisi sinceri che ho ricevuto nonostante io fossi un semplice straniero di passaggio della loro magnifica terra, ancora ora mi commuovo al pensiero del loro saluto con entrambe le mani per dimostrare che non hanno nulla da nascondere.
Essi pongono i rapporti umani ( inconsciamente per carità e questo li rende ancora più grandi) in cima alle priorità, come un collante insostituibile al fine di non perdersi in questo mondo globalizzato dove l’individuo viene sconfitto inesorabilmente dalla massa. Essi sanno bene come le tradizioni tramandate di generazione in generazione siano una fonte di ricchezza e non di vergogna da nascondere agli occhi degli altri. I malgasci sono ben consci come solo il rispetto e la difesa delle proprie radici  ha permesso a loro di resistere alla violenza e alla povertà mantenendo nel loro sorriso tutta la bellezza e volontà dell’incontro con l’Altro.
Ora sono tornato nel “ lato del mondo che in fondo è perfetto” e ammetto che non è facile riabituarsi al Tanto di cui siamo circondati. Mi rendo pero conto della solitudine e inadeguatezza di cui siamo circondati, come se la tecnologia di cui noi occidentali tanto ci vantiamo alla fine sia solo una maschera dietro cui  nascondiamo le nostre debolezze e i nostri limiti.

(di Federico Pettenuzzo)