Movie Pill

Il pane è uno dei pochi alimenti che ha sempre accompagnato la quotidianità dell’essere umano. Quando ancora era più homo e che sapiens, infatti, il primitivo modello si occupava di accrescere il proprio ego cacciando appetibili bestioni mentre la Uga di turno, al buio della caverna, sformava belle mantovanine fumanti.

Poi l’uomo si è evoluto e anche il termine si è arricchito di valenze simboliche e metaforiche.
Oggi il pane non è solo al latte, di semi o arabo ma è anche il corpo di Cristo, la speranza dei poveri e quel qualcosa da portare in tavola.
Un miscuglio di farina, cereali e acqua che ha molto da dire; e allora iniziamo a parlare di pane e di cinema con uno dei manifesti della commedia all’italiana: Pane amore e fantasia di Luigi Comencini. Realizzata nel ’53 e prima di una trilogia, questa pellicola riflette la povertà dell’Italia del dopoguerra quando dentro ai panini non si poteva che metterci la fantasia.

 

Nella direzione opposta invece procede La grande abbuffata (1973) di Marco Ferreri.
Volutamente iper-provocatorio il lavoro del controverso cineasta italiano ruota attorno a un grande Marcello Mastroianni che annoiato dalla vita decide di rinchiudersi, con degli amici,  in una villa nei dintorni di Parigi per suicidarsi ingozzandosi fino alla morte.
Pesantemente mutilato dalla censura La grande abbuffata è una feroce critica alla società dei consumi e del benessere, condannata, secondo l’autore, all’autodistruzione inevitabile. Il primordiale istinto a cibarsi una volta raggiunto diventa un’azione monotona, inutile e un pezzo di pane tanto prezioso per alcuni perde di sapore anche se inondato di caviale.

 

A una grande abbuffata ha partecipato anche Morgan Spurlock autore di Super Size Me (2004), miglior regia al Sundance, il celebre documentario che condanna la McDonald’s Corporation. Per 30 giorni quello spiantato di Spurlock ha mangiato esclusivamente prodotti benedetti da Ronald il clown e ha contemporaneamente interrotto qualsiasi tipo di attività fisica. Risultato: dopo un mese di junk food aveva preso ben 11 kg e la sua libido oltre che il suo umore ne avevano profondamente risentito.

 

Se amate il genere “conosco la merda che mangio” vi consiglio anche Food.Inc (2010) di Robert Kenner un bel documentario che attacca la lobby delle multinazionali statunitensi, soprattutto quelle che producono carne, svelandone gli orrorifici retroscena.

Certo non sarà un film da divano birretta fresca e pop corn ma dateci un’occhiata, lo trovate in versione integrale su YouTube.

 

Per chiudere tiriamoci su un po’ il morale e dimentichiamo per un momento gli hamburger transgenici, i pulcini doppati e le patatine che non si decompongono con Soul Kitchen (2009) di Fatih Akin, lo stesso de La Sposa Turca, Leone d’argento alla 66° Mostra del Cinema di Venezia. Una squisita commedia Made in Germany che racconta la roccambolesca storia di Zinos e del suo ristorante. Tra ritmi soul e sonorità underground non perdetevi questa esilarante pellicola che riflette sull’integrazione culturale e sull’importanza del cibo (per l’anima).

di Micol Lorenzato