Picchiare una guardia reale di Buckingham Palace

Passi la vita a sentirti dire quello che non puoi fare, quello che non potrai avere, quello che non riuscirai ad essere, tutto ciò che Non. L’altro giorno mi sono sentito dire che io non posso  scrivere un articolo di critica politica o sociologica sui massimi sistemi, perché, secondo il mio interlocutore, non ne ho le capacità o conoscenze.

Metto le carte in tavola e sarò sincero, con me stesso in primis, per esserlo pienamente con voi, lettori.  22 anni, senza alcuna benché minima esperienza giornalistica, qualcosa da dire ma senza i mezzi per farlo. Io stesso allora inizio a sospettare che il mio accusatore abbia ragione, e so per certo che anche voi, questo dubbio ce l’avete ormai radicato. Sì, forse è vero: io non posso scrivere un articolo degno di questo nome. Per giunta di stampo critico contro il leviatanico “Sistema”.

E invece scrivo per smentire me stesso, voi e soprattutto il mio caro amico che si è innalzato a giurato, giudice e giustiziere, pronunciando le fatidiche parole: “tu non puoi..”

Esistono delle regole, che si traducono in limiti obiettivi, leggi e usanze. Non mi schiero in maniera assoluta contro tutte queste regole, a favore del “si può fare tutto”. Bisogna però riconoscere quando questi limiti non sono più obiettivi, quando le leggi diventano obsolete e quando le usanze diventano retrograde.

Superman viola continuamente le leggi della fisica, Spiderman un’eccezione biologica di una rarità unica, Batman si fa chiamare giustiziere mascherato ed attua una giustizia tutta sua con metodi tutti suoi. I supereroi infrangono queste regole. Possono tutto per il bene comune e il bene assoluto. A loro nessuno va a dire “tu non puoi”. Sono la proiezione grafica del “vorrei ma non posso” umano. Ma chi o cosa decide il “non potere”?

I supereroi possiedono superpoteri, a noi il potere viene negato ai blocchi di partenza.

La generazione del XXI secolo è vittima di questa imposizione da parte delle precedenti generazioni. Come giovani siamo ripetutamente esclusi e isolati. Piccolo esempio: tra i 18 e i 35 uno su tre è disoccupato, studiamo anni per ritrovarci nel circolo vizioso del precariato o degli stage e tirocini malpagati. L’aiuto per agevolare l’entrata nel mondo del lavoro si traduce in una nuova forma di schiavismo o sfruttamento legalizzato. Giovani usa e getta.  Non abbiamo potere lavorativo, figurarsi politico e sociale, e magari tra un po’ arriveranno a toglierci poteri e diritti individuali. Togliendoci il potere, dicendoci che non possiamo, ci fanno credere di valere zero. Da quando siamo nati ci hanno presentato un mondo ricco, benestante, sano, ce l’hanno promesso ma non ce lo vogliono dare. Dovremmo essere grati. Ma mi chiedo, a cosa servono queste possibilità se poi non ci lasciano metterle in atto? Le mani dimenticano facilmente quel che ha promesso la bocca. A quando la resa dei conti?

Non puoi decidere chi votare, non puoi avere voce in capitolo, non puoi lavorare. C’è la crisi: non puoi avere lo stesso stile di vita, non puoi più farti curare gratis, non puoi pensare certe cose, non puoi scrivere certe cose su internet, non puoi fruire di un’informazione libera, non puoi vestirti in quel modo, non puoi mangiare certe cose, non puoi non adorare quel dio, non puoi essere contro, non puoi scrivere un articolo.

I supereroi hanno i superpoteri, noi non abbiamo nemmeno il potere che ci spetta. Ci viene negato categoricamente. Ci escludono, non ci ascoltano. Come una guardia del Buckingham Palace, zitta immobile ed impassibile ad ogni parola. Provi a farla reagire in tutti i modi, vuoi attirare l’attenzione, vuoi ricevere una risposta. Ma non ti viene data. Ancora in silenzio. Impassibile. E ancora. E ancora. Finché stanco ed esasperato le prendi il cappello e lo getti in terra. Le tiri una sberla e inizi a picchiarla. Così è come si comportano gli esclusi, è come si sono comportati gli studenti italiani  a Roma il dicembre scorso, è come si stanno comportando tanti giovani da tutto il mondo, più o meno in forme mature: indignados madrilegni o rioters londinesi. Un superpotere è essenzialmente violare una regola. Il potere che dobbiamo avere noi è quello di violare la regola non scritta che i giovani “non possono”. Abbiamo la coscienza, la passione e l’ardore per fare quello che vogliamo.

Abbiamo le capacità. Abbiamo anche i mezzi per potere, controlliamo di fatto l’arma di massa più potente che sia stata mai concepita: internet.

Rendiamoci conto che possiamo, e iniziamo ad osare. Scrivendo un articolo, pubblicando una rivista. Prima o poi sto benedetto cambio della guardia dovranno farlo.

di Pavlov Zerbetz