Pink Sesso

Il cibo, checché se ne dica, entra di prepotenza nella classifica dei tre piaceri più lussuriosi che la vita abbia da offrire.

Ad essere precisi, non è tanto il cibo stesso l’essenza di quel turbinio di sensazioni che ci avvolgono ad ogni movimento della mandibola; tutto l’atto del “mangiare” è un continuo susseguirsi di emozioni, fin dal momento della preparazione delle pietanze. Mangiare combina alla perfezione i cinque sensi principali dell’uomo, creando un vortice di emozioni che risulta difficile stampare nero su bianco.

Mangiamo per vivere e non viviamo per mangiare, certo, ma tra tutti i peccati capitali la gola è sicuramente quello per cui un giretto all’Inferno varrebbe la pena di farlo.

Oltre che specchio degli usi e costumi di un popolo, il cibo è anche un ottimo metro di paragone per le donne. Per ogni uomo ci sono sette donne e per ogni donna c’è un cibo, parola di Pink Sesso.

C’è la donna-noce, quella con la scorza dura che non ti fa vedere cosa tiene in serbo per te: devi aprirla e sperare non sia marcia.

In cima alla lista delle stronze abbiamo la donna-vodka, quella che trangugi in un solo sorso senza assaporarla davvero, che ti fa divertire una notte intera ma che il giorno dopo ti lascia senza soldi e con un gran mal di testa.

Degna di menzione anche la donna-croissant, ovvero quella femmina invitante e ricoperta da un goloso strato di zucchero di canna. Ghiotta e fragrante, la donna-croissant promette fuochi d’artificio per le papille gustative, ma quando la spogli il ripieno di marmellata è davvero misero e ti lascia alquanto deluso.

Interessante, piuttosto, è la donna-riso-in-bianco. Dietro il suo aspetto davvero poco invitante, la donna-riso-in-bianco nasconde delle potenzialità non indifferenti. È fuori discussione che, se scotto e scondito, un piatto di riso insipido è la cosa meno appagante del Pianeta, ma se cotto al dente e condito con una noce di burro ed una spolverata di pecorino, può diventare una sorpresa anche per le fauci più incontentabili.

Le specie femminili sono incredibilmente varie, così come i cibi. Ahimé il mio spazio su Lahar è relativamente esiguo ed il Direttore Editoriale continua a farmi il segno di “tagliare” con indice e medio. Concluderò, dunque, tessendo le lodi della mia donna ideale, ossia la donna-pane. La donna-pane costa poco, è autentica e si mostra per quello che è, se invecchia la puoi grattugiare e riscoprire in altri usi e, soprattutto, sta alla base di qualsiasi pranzo accompagnando e valorizzando ciò che vi si pone in cima senza voler a tutti i costi essere protagonista. La donna-pane è una fedele compagna di vita che al momento giusto si veste di sesamo o si infarcisce di olive, appagandoti fisicamente.

Da stamparsi bene in testa, infine, è che la donna, qualsiasi essa sia, è come il sale: presa a piccole dosi arricchirà di sapore la vostra vita, ma facendone un uso massiccio e continuo rovinerete tutte le vostre pietanze e vi verrà l’ipertensione.

A cura di Diego Pontarolo