Punti di vista

Monsieur Duchamp, il conte più famoso di Francia, stava seduto in una comoda poltrona in riva al lago della sua splendida dimora, una villa dell’800 che i suoi parenti si tramandavano di generazione in generazione, sorseggiando un gustosissimo scotch di produzione propria. Scrutando l’orizzonte osservava il sole che tramontava e andava a spegnersi dietro al lago; i raggi che incontravano le lievi onde spostate dal vento creavano dei giochi di luce incantevoli che monsieur Duchamp con diletto osservava da oltre trent’anni, quasi più della metà della sua vita.
Osservare l’orizzonte gli faceva tornare alla mente tutti i luoghi incantevoli che aveva visitato e tutte le meravigliose esperienze che aveva vissuto; ripensando a tutte quelle incredibili cose, perennemente dimenticava di bere l’ultimo sorso di scotch che immancabilmente veniva annacquato dal ghiaccio che lentamente si scioglieva dentro al bicchiere di cristallo pregiato.
Ad un tratto il maggiordomo di monsieur Duchamp interruppe il suo momento di relax. Il conte allora con uno scatto repentino si voltò e con immensa amarezza lasciò che il maggiordomo parlasse.
“Gino, stai ancora fantasticando sulla tua stalla che hanno demolito perchè era troppo pericolante? Dai, finisci di bere la tua tisana lassativa e torna dentro all’ombra, ti stanchi troppo se stai a fissare per tutto il giorno le pozzanghere in giardino, è arrivata l’ora della terapia antipsicotica.”, disse l’infermiere del centro di salute mentale dove Gino era ricoverato da trent’anni, quasi più della metà della sua vita.

(di Marco Antonello)