Shot

Andy era un folle. Artista, film-maker, editore e manager. Ai quei tempi si facevano tutti di Torazina, e Paul aveva vietato l’uso di droghe nella Factory, solo Andy si faceva di speed. Andy era amico di tutti: Nico, Iggy, Jim, Lou (anche si ci aveva scazzato più volte), Jackie, e un sacco di gente che si faceva di acidi con un passato incerto.
Erano gli anni Sessanta, e la società americana era pervasa da un malcontento generale, soprattutto nei giovani, e non si parla di hippy del cazzo con il loro peace&love, era la nascita della precultura del punk che stava prendendo forma. Andy incoraggiava questi geni rivoluzionari, disposti a tutto pur di avere quindici minuti di celebrità.
Oltre ad essere dipendenti dalle anfetamine, Andy li governava a suo piacere, forse se li scopava pure. Lui poteva tutto, chi faceva parte della sua cricca, ovunque andasse era considerato importante. C’è da dire che l’unica pulita ai quei tempi fu Patti, bohemienne, culturalmente più elevata rispetto agli altri. Tutti quanti erano i burattini di Andy.
Nel 1968 Valerie si era rotta il cazzo di tutta questa megalomania di Andy e del controllo che aveva della sua vita. Fondatrice di SCUM e psicopatica, gli sparò a sangue freddo. Andy era immerso in una pozza di sangue, ridotto in fin di vita, con dei proiettili che li avevano perforato milza e polmoni. Valerie era una femminista del cazzo, aveva sfinito Andy che l’aveva ammessa alla Factory, anche se però stava sui coglioni a tutti.
Nel suo manifesto, The Society for Cutting Up Men, olltre alle critiche politico socio-culturali, se la menava perché disprezza gli uomini. Li vedeva inferiori, li considerava della feccia pura e bella, adatti solo ad essere scopati ed affermava la supremazia femminile. Il gesto di Valerie, capovolse i ruoli ben definiti della società, cose che si verificano sempre più nel Ventunesimo secolo. Le donne sanno fare come gli uomini, e Valerie dimostrò che anche una donna poteva usare una pistola.
Dopo la sparatoria, Andy divenne sempre più paranoico. Vide la vita scorrergli in faccia e fu costretto a portare un corsetto che lo reggesse. Forse si rese conto che tutti quegli eccessi nella sua vita non avevano portato da nessuna parte in merito a relazioni interpersonali. Diede una svolta alla Factory, non più un covo di tossici trasgressivi, dove tutti scopavano con tutti, ma un luogo dove il dresscode era giacca e cravatta.
Aveva cambiato la sua vita per colpa di una figa con la pistola.

(Giulia Berlanda)