Un giorno blu

La notte è più scura del solito; anche la luce dei lampioni è più fioca. Per strada solo auto con sirene, sui marciapiedi pochi sprovveduti che camminano lenti lenti. È un giorno blu, oggi; non so cosa significhi, ma il livello zero scorre sotto le ruote del mio mezzo e nulla pare volare oltre il parabrezza. È una finezza di mezza stagione, fortuna per licantropi stradali, ansiosi di aurore boreali. Oh una bomba cometa. Stampo vapore sui vetri ed è subito nebbia in questo bel giorno. Potrei provare a immedesimarmi nell’immaterialità degli oggetti che scorrono ai lati della carreggiata e credere per pochi istanti, che sia il resto a muoversi, e non io ad avanzare. Droni s’illudono di passare invisibili ma io ho una torcia sempre accesa nel mio sentimento disilluso. È un giorno blu, quest’oggi, e vorrei ricordarlo anche a coloro che dormono nelle loro paralitiche case in cemento grigio. Alcune volte il silenzio corrompe quel gran poco di suono che emetto col mio quattro tempi a scoppiettii regolari e in serie, eppure quelle stanze 4×4 s’aprono al mondo solo tramite romboidi finestrati. Ascoltate come viaggio sicuro. Sicuro di avervi per un attimo svegliato dalle gabbie che vi rinchiudono. Calcestruzzi eretti ed eletti a paladini dell’abitabilità. Così seri per me che pure armano di santa ragione per inglobare meglio l’isolamento. Tuttavia il freddo traspare dalle lacrime che i condomini lasciano cadere nel vuoto suolo di isole ecologiche idonee alle cacche dei cani, e non mi convincono a fermarmi per donare un fazzoletto alla causa naturalista. Guido veloce, con la mia pap-mobile e sono felice che prima o poi finisca questo oscuramento da grigio prefabbricato che occupa il mio blu giorno blu. Cementite: acqua, sabbia, ghiaia; formula chimica adatta alla creanza di artificiosa anidride carbonica taglia respiro. D’altronde è il mastro materiale dell’edilizia, capo reparto di ogni tuo passo. Ovunque poggi il tuo piede, la tua brum brum, il tuo orgasmo, si posa sulla durezza di una sostanza atta alla dipendenza; e rimani così, a fissare e desiderare che tutto possa finire oltre l’asfalto nero. Lasciatemi affievolire, solo per questa notte, stanco e assonnato; lasciate che la città mi divori nel suo alter ego di civiltà; lasciate che mi consumi sognando notti simili, blu eppoi blu; lasciatemi scontrare con questo grezzo cemento muraglia per visionari d’altri colori. È solo acqua mista a sabbia; è solo sabbia mista ad acqua e questo è solo un pensiero diverso, per oggi.

(di Simon Trumpet)