Verità nascoste


“È il terzo giorno di matrimonio che scopri che a tuo marito puzzano i piedi”. Marito o moglie, decidete voi che soggetto usare. Il punto non è la solita questione di lotta tra sessi, anche se mi dispiacerebbe ancor di più se quella con maggiori problemi di sudorazione fosse la vostra dolce metà femminile. Anche dell’ospite si dice che dopo qualche giorno diventa maleodorante. Siamo quasi tutti carini e coccolosi al primo impatto, è con il passare dei giorni che le note stonate, quelle più stridule e fastidiose, vengono fuori.
Nel mondo ornitologico la fase del corteggiamento è basilare. Fuori le piume colorate, penne rizzate e collo gonfio. Tutti impettiti gli uccelli maschi cercano di passare alla fase successiva, l’accoppiamento, disposti a tutto, anche a mettere da parte la loro virilità esibendo una gaia coda solo per impressionare la loro preda. Se la missione non fallisce, iniziano danze, canti e fabbricazioni di nidi d’amore. Chissà cosa si scopre il terzo giorno in quei nidi…
Per meritarsi il successo bisogna sfoggiare il meglio, vincere quella sfida latente per conquistare l’interlocutore di turno. Ottenere un lavoro, vendere un’idea, guadagnarsi la fiducia dell’altro. L’obiettivo è rimanere impressi nella mente, ed è così che d’improvviso la nostra parte peggiore se ne va, “photoshoppata” da quel buontempone del nostro cervello.
Ogni volta che usciamo di casa ci prepariamo per la messa in scena. Se non fosse così, staremmo perennemente in pigiama o rinunceremmo a molti formalismi che sul divano del salotto di sicuro non mettiamo in atto. Non so voi, ma se mai venisse un ospite inaspettato a suonarmi alla porta, io non aprirei. Sarebbe impossibile che mi trovasse come nelle famiglie perfette dei film americani, dove tutti brillano e sembrano essersi appena passati l’ultima lustratina con il filo interdentale.
È la natura. Passata la fase di convincimento tolleriamo gli altri e gli altri devono sopportare noi. Ci si accetta e si smette di credere al mondo delle favole, dove i fiori sorridono e sono immortali. È sempre un dispiacere… sono così belli appena li ricevi, poi un po’ d’acqua nel vaso non è più sufficiente. Potrai adorarli quanto vuoi, ma anche loro marciranno. E infine ognuno prenderà la sua decisione: farli seccare e conservarli o buttarli via sostituendoli con quelli nuovi. Nuovi sì, ma comunque, prima o poi, anche loro puzzeranno.

(testo ed illustrazione di Barbara Puliga)