West Coast

Rhonda mise in moto la sua Plymouth mezza arrugginita e guidò fino a Santa Monica, maledicendo il giorno in cui sposò quel parassita di Jake. Se solo si fosse trovata anche lei un ufficiale dell’esercito, come aveva fatto sua sorella, a quest’ora avrebbe avuto il suo bell’appartamentino arredato di tutto punto a Denver, avrebbe tifato per gli Avalanche e sarebbe andata a sciare ad Aspen almeno sei volte l’anno. Ma gli zeri, si sa, abbondano sempre nei conti correnti degli altri.
Los Angeles, nella calma apparente del primo mattino, appariva come la tomba inerte del fatidico American Dream. Beverly Hills: un epitaffio mortale. Di Hollywood Rhonda conosceva solo la scritta; dei ricconi griffati conosceva le loro belle auto, e le loro villette con giardino, e le loro famigliole felici e immacolate.
Le cose cambiavano verso l’interno, o meglio ancora sulla costa opposta, laggiù in Florida, dov’era cresciuta e dalla quale a vent’anni se ne era andata, ancora piccola e infelice, per raggiungere quel finto amore nella ‘città degli angeli’. Il suo Jake, gangster dallo stile hip hop e mal tatuato, che si era fatto beccare con sei chili di eroina nel bagagliaio quattro mesi dopo il loro matrimonio.
Perché non si era più rifatta una vita, giovane com’era? Avrebbe potuto benissimo ripartire daccapo in qualsiasi momento; la bellezza non le mancava nemmeno adesso, la classe neppure. Il vero problema albergava dentro di lei, nella sua testa pensante, nel suo volersi fare del male da sola. Lei lo sapeva. Quel suo continuo guardare agli altri, quell’inutile paragonarsi a loro che la portava inesorabilmente a sminuirsi. Ai suoi occhi, chiunque altro le sembrava migliore; ogni donna era più bella.
Non era inferiore a nessuno, era semplicemente invidiosa. Se lo continuava a ripetere da mesi, sorpresa di averlo capito così tardi. Rhonda era decisa a cambiare, e nessuno avrebbe avuto facoltà di fermarla. Questa volta no.
Espose sul cruscotto della sua auto il ticket del parchimetro pagato per le successive sette ore, andò sulla spiaggia e stese il telo da mare grande per due persone sulla morbida sabbia.
Quel giorno l’oceano era quasi poetico, regalava una piacevole brezza che avvolgeva nella sua carezza salata. Sarebbe stata una giornata magnifica.