Being a trainee isn’t so glamorous but it pays the bill

Abito scollato dalla fantasia floreale, labbra cariche di un rosso mattone che ricorda i tetti di Londra e collana di perle da venti dollari.
È così che immagino Monica nell’abitazione più famosa d’America e no, non sto parlando della casa di Laura Palmer.
Era il 1995. Io facevo le elementari, Robbie Williams lasciava i Take That, la Juventus di Lippi vinceva il ventitreesimo scudetto battendo il Parma tre a uno e la nuova stagista della Casa Bianca, la dottoressa Monica Lewinksy neolaureata in Psicolgia al Lewis & Clark College di Portland, percorreva a passo goffo ma deciso il corridoio che l’avrebbe portata ad inginocchiarsi fra le cosce più potenti del mondo.
Immagino anche la faccia goduta di Bill, era dal tempo del liceo che non sentiva labbra calde e carnose accarezzare le sue parti intime, ultimamente Hillary preferiva spendere il suo tempo maneggiando carte intestate piuttosto che i gioielli presidenziali.
Monica aveva ventidue anni e solo una relazione finita male con un compagno del College alle spalle, si sentiva inesperta ma allo stesso tempo onnipotente, non avrebbe mai pensato che mettersi al servizio del Presidente degli Stati Uniti d’America consistesse in questo ma d’altronde quando mai le sarebbe ricapitato di farsi trasportare dalla passione ai piedi della poltrona in pelle più invidiata d’America?
Chiusa la porta dietro di sé, si dirigeva al suo ufficio per far quello che qualsiasi ragazza della sua età avrebbe fatto: alzare il telefono e raccontare tutto all’amica Linda Tripp, all’epoca impiegata al Dipartimento della Difesa.
Paura, incredulità, eccitazione. Queste le emozioni che sentiva Monica scorrere nel sangue e fra le gambe. Non avrebbe mai lavato quel vestito regalatole proprio da Linda in occasione del suo compleanno, annusarlo le avrebbe fatto rivivere ogni volta la sensazione di essere diventata finalmente donna.

Le telefonate vennero intercettate, il vestito analizzato rivelò tracce di sperma sulle maniche. Il resto è storia.

Nessuno può dire con certezza a Monica cosa sarebbe successo se con Linda ne avesse parlato al tavolo di un caffè di Washington o se quel vestito l’avesse portato il lavanderia il giorno stesso. Sta di fatto che Monica si è tolta una bella soddisfazione ed io dopo vent’anni sto qui a parlarne.
Perché si, essere una stagista non è così entusiasmante ma ti aiuta a pagare le bollette.