Il conto per piacere

«Mi chiamo Alessio, ho 7 anni e da grande voglio imparare a volare». Un sorriso comparve sulla sua bocca mentre, seduto in un bar come tanti, Alessio, da poco trentenne, contemplava il suo bicchiere vuoto per poi alzare la testa, cogliere l’attenzione del barista e chiedere: «Me ne dai un altro, per favore? ». Non sapeva spiegarsi né come né perché quella frase gli fosse tornata in mente proprio quella sera, a distanza di così tanto tempo. Alessio non amava parlare del suo passato, neanche con i suoi amici più stretti, forse per vergogna, per rabbia, per rancore o per risentimento. O forse perché di “imparare a volare” non ebbe mai la possibilità, dato che a soli 9 anni, in seguito al suicidio di suo padre, più che “spiccare il volo” dovette apprendere come stare “coi piedi per terra”.

«Un altro giro, grazie!». Guardava la sua immagine riflessa nel bicchiere di White Oak: il ghiaccio del suo drink che si scioglieva, la luce soffusa del locale, i fumi dell’alcool che, lentamente, prendevano il sopravvento.

E all’improvviso ecco che il mondo intorno a lui mutò aspetto, le facce degli sconosciuti che lo circondavano cambiarono forma e diventarono volti a lui familiari. Come in un flashback, come nel peggiore degli incubi, tutto d’un tratto Alessio si ritrovò a essere di nuovo quel bambino di 9 anni. Sono le sette di sera di un anonimo martedì di fine febbraio: Alessio sta rientrando a casa dal cinema insieme all’amico di una vita, Silvestre. Suona il campanello e ad aprire la porta non è il volto felice di sua madre che lo stringe tra le braccia e lo avvolge in un tiepido abbraccio, bensì lo sguardo pietrificato, terrorizzato, della vicina Eloisa. «Dove è la mamma?», chiede lui. Eloisa lo guarda e scoppia in un pianto ininterrotto. Alessio si dirige verso il salone: sua madre, la polizia, una lettera d’addio scritta dal padre e una bottiglia finita di whiskey, di White Oak per la precisione.

Alessio sobbalzò, scolò il suo bicchiere e ne ordinò un altro. Voleva imparare a volare , ma forse avrebbe dovuto amputarsi le gambe per sfuggire alle trappole della vita. «Il conto, per piacere!».