Fuori di me

Ci siamo incontrati per caso qualche mese fa a una festa. Una birra dopo l’altra, senza che io me ne accorgessi, mi hai fatta tua. Mi hai posseduta, trasportandomi in universi nuovi, d’improvviso senza che avessi il tempo di decidere se seguirti oppure no. Mi hai fatto ballare su ogni ritmo, mi hai fatto parlare ogni lingua del mondo, mi hai fatto provare sensazioni e sentimenti prima sconosciuti, sconosciuti come te.
Sospesa, tra realtà e porte doppie, tra equilibrio e pavimento, tra umano e animale, io ti ho bevuto superando ogni limite e volendo ce ne fossero di più, per superarli tutti di nuovo.

Un gioco di sguardi veloce: io qui, tu lì, oltre il bordo di quel bicchiere. E una volta entrato dentro di me, eccomi libera, selvaggia, coraggiosa, bella come una regina africana a piedi nudi sulla terra, e tu maestro concertatore di tutto questo.

Nessuno mi aveva insegnato che dovevo gestire il mio entusiasmo con moderazione, che dovevo capire quando fermarmi, che non dovevo esagerare. E così mi sono avvicinata, anzi no, mi sono avventata su di te, impulsiva e senza controllo, come un fiume in piena. La verità era che mi piaceva l’effetto che mi procuravi: mi piaceva pisciare per strada anche avendo le mestruazioni, mi piaceva svegliarmi e non capire dove fossi, mi piaceva scoprire sul mio corpo lividi di cui non avevo memoria, mi piaceva trovare macchie sulle lenzuola e ficcarle in lavatrice.

Da quella festa in poi ti avrei voluto tutto per me. Ogni sera uscivo di casa con magliette sempre più scollate e con soldi, sempre più soldi, per comprarti, per poterti avere sempre, perché non finissi mai. Mi portavo addirittura il bancomat.

Ma tu, spirito assetato a tua volta, non sei incatenabile, non ti fai mettere in gabbia, vuoi e vorrai sempre scorrere libero nelle bocche delle donne più belle, delle donne più interessanti, di quelle più difficili, insegnando a chi ti segue come essere uguali a te, come ottenere gli effetti che ottieni tu.

È solo quando realizzo tutto questo, quando capisco che dopo avermi leccato via ogni liquido, dopo avermi spinta contro la porta di un bagno, guardata negli occhi, girata e violentata, ecco, in questo momento, senza accorgermi, in un attimo spezzo il bancomat, e ti vomito fuori di me.