Movie Pill

“Ogni sera muoio e ogni sera rinasco… resuscitato!”
Con questa citazione, da Fight Club (1999), vi avevo promesso una Pill sulle rinascite cinematografiche; e cosa c’è di meglio per iniziare che un cult movie come quello di David Fincher?
Tyler Durden, la prima regola e il Progetto Mayhem: un grande film, da un grandioso romanzo con due grandissimi co-protagonisti.
Una storia di presa di coscienza e di violenza che letteralmente ti rapisce con la sua trama nichilista, il ritmo serrato e l’ottima regia.
Oppresso dallo stato comatoso in cui lo ha indotto l’American way of life il protagonista (Edward Norton) si perde per poi ritrovarsi in se stesso finalmente rinato e allo stesso tempo inesorabilmente perduto.

Se Fight club è una storia di una resurrezione spirituale, The Wrestler (2008), capolavoro di Darren Aronofsky, Leone d’oro al 65° Festival di Venezia, lo è di una rinascita personale e cinematografica. La rinascita di Mickey Rourke.
Dopo una giovinezza dedicata alla boxe, negli anni ’80 il nostro beniamino, all’anagrafe Philip André Rourke Jr., guadagna un grande successo come attore e sex symbol (grazie soprattutto alla sua interpretazione in 9 settimane e ½ (1986)). Con gli anni ’90 comincia a fare uso di sostanze stupefacenti, eroina in primis, ed a rifiutare ruoli di grande prestigio preferendo ingaggi meno impegnativi (è il caso di Orchidea selvaggia (1989), softcore movie di serie B.
Messo all’angolo dalla sua dipendenza per le droghe decide che l’unico modo per evitare l’autodistruzione è tornare a boxare ma, reduce dall’ennesimo KO, decide di dedicarsi nuovamente al cinema. Nel 2002 recita in Spun e nel 2005 in Domino e Sin City fino al definitivo riscatto, con The Wrestler.
Impersonando Randy The Ram Robinson, un wrestler in declino alla ricerca di un seconda chance, riuscirà a dare al suo personaggio una tale intensità da ottenere il Golden Globe come miglior attore, premio che sancirà il suo grande e definitivo ritorno.

Ancora più recente la rinascita cinematografica di Matthew McConaughey premio Oscar 2014 come miglior attore protagonista per la sua interpretazione di Ron Woodroof (un texano, razzista e omofobo, malato di HIV) in Dallars Buyers Club (2013) del canadese Jean-Marc Vallée.
Da sempre legato allo stereotipo del belloccio texano tutto muscoli e occhi azzurri, McConaughey riesce finalmente con questo ruolo a imporsi all’attenzione della critica, come attore impegnato e versatile, ottenendo la considerazione che in Killer Joe (2011) e Mud (2012) aveva dimostrato di meritare.

Ad ogni rinascita cinematografica fa eco, ahimè, qualche tragica dipartita.
La più recente è quella di Philip Seymour Hoffman, ritrovato privo di vita lo scorso 2 febbraio nel suo appartamento di Manhattan .
Attore poliedrico e straordinario interprete di capolavori come La 25° ora (2002) di Spike Jonze (al fianco di Edward Norton), Truman Capote (2005) per cui ricevette il premio Oscar come miglior attore e The master (2012) coppa Volpi a Venezia nel 2012, Hoffman icona del cinema indipendente, era uno dei migliori attori della sua generazione.
La sua morte per overdose ha lasciato il mondo del cinema ed i suoi fan nello sgomento, attoniti e senza parole.
Rendergli omaggio è doveroso oltre che un grande piacere.

(di Micol Lorenzato)