Ruse de guerre

La testa fa male, il naso e la bocca sono così pieni di sangue che faccio fatica a respirare. Apro gli occhi, la luce è insopportabile. Quando il rumore indistinto che mi assorda comincia a prendere una forma, sento l’arbitro che conta i secondi. Sono andato al tappeto, ma per un qualche motivo il buio nel mio cervello è durato solo qualche secondo. Quanto basta per potersi rialzare. Ci provo, muovo una gamba. Migliaia di spilloni la trapassano, non riesco a trattenere un mugolio. No, devo rimettermi in piedi, non importa come. Faccio un altro tentativo, quanto basta all’arbitro per interrompere il conteggio. È un miracolo che non abbia interrotto l’incontro.
Mando giù una sorsata di sangue e torno a fissare l’avversario negli occhi. Ed è allora che lo vedo. Il nemico. Come potrei scordare quello sguardo. Era stato molto tempo fa, eravamo tutti e due più giovani e belli, e avevamo addosso le nostre uniformi. Di diverso colore. Ho fatto cose orribili, lo so. Lui ha fatto cose orribili, lo sa. Non so cosa lui stia provando in questo momento. Non sono nemmeno sicuro che mi abbia riconosciuto. Ma ricordo quello sguardo.
Mi riparo da un calcio laterale. Tento di rispondere con un montante, me ne ha dato l’occasione. Fallisco. Sono scoperto, mi faccio colpire al fegato. Due volte. Attaccare lo ha stancato, riesco a guadagnare un po’ di distanza. Giusto in tempo per sentire la fitta. Cerco di tenere la guardia, ma non riesco a ripararmi da quegli occhi.
Sparavamo come avevamo imparato a fare guardando i film di Hollywood. Saremmo potuti diventare degli attori famosi, ma c’è chi nasce in California e chi altrove. Io obbedivo, e credevo. Ma le cose cambiano, uccidere è anche un po’ uccidersi. Ora, quando mi sveglio nel cuore della notte, non sono più nemmeno sicuro di trovare il terreno sotto i miei piedi.
Vincersi è il modo più sicuro per vincere. Un tempo avrebbero chiamato diserzione il mio comportamento. Ma dopo aver perdonato me stesso, perdonare lui è veramente una cosa da nulla.
Parte con un diretto. Lo sto aspettando. Chiudo gli occhi. Finalmente il vuoto.

(di JuTangKlan)